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Meno emissioni e contrastare Putin? L'Ue vuole ridurre i limiti di velocità in autostrada

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

19 maggio 2022

Meno emissioni e contrastare Putin? L'Ue vuole ridurre i limiti di velocità in autostrada
La Commissione Europea ha annunciato il raggiungimento di una Nuova Frontiera dell’energia, dove la dipendenza dalla Russia altro non sarà che un ricordo lontano. Dipendenza che si conta di recidere anche attraverso l’adozione di nuove massime di velocità da rispettare. Se il progetto, che ancora si trova in fase embrionale venisse realizzato nella sua interezza, rappresenterà una svolta epocale nella storia dei rapporti con lo stato russo

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

La proposta della Commissione Europea è stata annunciata dalla presidente Ursula von der Leyen: “Proponiamo di rendere obbligatori i pannelli solari per gli edifici commerciali e pubblici. Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza energetica dalla Russia il più rapidamente possibile. Lo possiamo fare. Oggi presentiamo il RePowerEu per questo. Possiamo sostituire i combustibili fossili russi lavorando su tre livelli: dal lato della domanda, con il risparmio energetico. Dal lato dell’offerta, diversificando le nostre importazioni di energia dai combustibili fossili e accelerando la transizione verso l’energia pulita”. 

Dopo l’annuncio dell’obbligo dei pannelli solari sui tetti delle case, e degli edifici pubblici e commerciali, non si sono fatte attendere le reazioni dei co-portavoce di Europa Verde Eleonora Evi e Angelo Bonelli secondo cui: “La presenza di misure legislative e di obiettivi vincolanti più ambiziosi per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica non può che essere accolta favorevolmente, ma il livello proposto è ancora troppo basso per porre fine quanto prima alla nostra dipendenza dalla Russia e combattere la crisi climatica”. 

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Ursula von der Leyen

Un altro modo per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia è quella di abbassare i limiti di velocità sulle autostrade dell’Unione Europea. Ellen Townsend, direttrice del Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti, ha dichiarato che: “Rallentare la velocità delle auto sulle nostre strade aiuterà l’Europa ad allontanarsi dal petrolio russo, salverà vite e ridurrà l’inquinamento dannoso”. 

Un obiettivo cruciale in considerazione di quanto, in questo momento storico, abbia rilevanza la dipendenza dalla Russia. Nelle ultime settimane si è presa coscienza di come sia complicato immaginare un’Europa in grado di fare a meno delle forniture russe, partendo proprio dalla difficoltà nell’applicare sanzioni che siano compatibili con la necessità di non creare ulteriori difficoltà ai maggiori importatori di gas da Mosca, tra questi figura anche l’Italia. 

La bozza del piano prevede lo stanziamento di 195 miliardi di euro. Ci sarà una diversificazione delle forniture di gas e il rafforzamento delle rinnovabili. L’obiettivo è quello di raggiungere 300 GW di capacità energetica solare entro il 2025, e 500 GW entro il 2030. Austria, Belgio, Lituania, Lussemburgo e Spagna, però, vorrebbero addirittura arrivare a 1 TW entro il 2030. Non solo: si vorrebbe arrivare ad ottenere il 45% di energia dalle rinnovabili entro il 2030 e, sempre nello stesso anno, a una riduzione del 13% del consumo energetico. 

Inoltre il piano dell’UE prevede anche di modificare il collegamento dei gasdotti in Europa, migliorando le connessioni e cambiando diversi requisiti. Nel testo è poi scritto chiaramente che se la Russia dovesse decidere di tagliare completamente le forniture, si arriverebbe al razionamento del gas. I settori che maggiormente verrebbero colpiti sarebbero quelli del vetro, dell’industria chimica e della ceramica. Tuttavia, se il piano dovesse essere applicato nella sua interezza, il consumo del gas conoscerebbe una riduzione verrebbe del 30%, ovvero di 100 miliardi di metri cubi. 

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La Commissione invita a tagliare i tempi relativi alle autorizzazioni per le istallazioni dei nuovi impianti, in quanto la maggior parte di questi dovrà ottenere il via libera entro un anno, abbassando così la media attuale di 6/9 anni. 

La proposta, essendo ancora in fase progettuale potrebbe nel tempo essere soggetta a cambiamenti legati all’evoluzione delle cose. Riuscire nell’intento richiederà, come ovvio che sia, un grande sforzo. 

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