Nell’evoluzione delle indagini che stanno aprendo la strada a nuove ipotesi sull’assassino o sugli assassini di Chiara Poggi si inseriscono alcune testimonianze che vanno ben al di là di semplici suggestioni. Il caso, come tutti ricorderanno, risale al 13 agosto del 2007 e sembrava definitivamente risolto con la condanna in via definitiva di Alberto Stasi, fidanzato di Chiara, sebbene i vari processi che lo hanno visto imputato si siano conclusi con esiti altalenanti che hanno portato a tre assoluzioni e due condanne, non si sia mai realmente individuato un movente plausibile e non sia mai stata ritrovata l’arma del delitto. La Procura di Pavia ha ora concentrato la sua attenzione su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, il cui dna sarebbe compatibile con le tracce trovate sulle unghie della ragazza e, dopo la grande eco mediatica suscitata dal nuovo corso delle indagini, le telecamere di “Chi l’ha Visto?” sono riuscite ad intercettare Sempio che nel frattempo è tornato al lavoro e ha dichiarato la sua volontà di riprendere la vita di tutti i giorni confidando nel lavoro degli inquirenti. Il giovane uomo che era già stato indagato in passato per lo stesso delitto ed era stato scagionato da un’archiviazione, davanti al giornalista si è descritto sereno sostenendo che la famiglia di Chiara gli creda e stia dalla sua parte ma ha mostrato una certa irritazione per il clamore che la vicenda ha suscitato sui media e presso l’opinione pubblica.

Per quanto si possa comprendere il fastidio di un cittadino che lamenta il fatto di essere stato sbattuto in prima pagina, è anche vero che il diritto dovere di cronaca ci impone di raccontare e commentare i fatti e di specificare che non c’è alcuna volontà di condurre processi mediatici in quanto la decisione di vederci chiaro in questa vicenda non è un capriccio della stampa o dell’opinione pubblica morbosamente attratta dai casi di cronaca nera ma una sacrosanta esigenza della Procura di determinare la verità sul soggetto o sui soggetti che hanno ferocemente assassinato una ragazza di 26 anni in una torrida mattinata d’agosto di 18 anni fa. Anche perché non si può fare a meno di commentare intercettazioni come quella ambientale in cui Sempio, dopo l’interrogatorio di garanzia nel 2017, confidò a suo padre: "Ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito ma tu hai detto che l’abbiamo trovato prima…”. Preoccupazioni intorno al famoso documento (conservato per un anno) del parcheggio di Vigevano in un orario compatibile con quello del delitto che costituirebbe il discusso alibi di Sempio oggi indagato per l’omicidio di Chiara in concorso con altri. A questo proposito la Procura sta sentendo alcuni testimoni tra cui una persona scovata dalle Iene che al programma di Italia 1 ha dichiarato di voler riferire tutto quello che sa perché all’epoca dei fatti non gli era stato consentito e la sua intenzione è quella di alleggerirsi la coscienza su ciò che ha visto per fare giustizia sulla morte di Chiara. Le Iene hanno ritenuto necessario trasmettere le dichiarazioni di questo supertestimone alla Procura e sulla vicenda per ora vige il massimo riserbo. Ma i misteri e i tanti interrogativi non finiscono qui perché ci sono altri testimoni che dopo l’omicidio raccontarono agli inquirenti di aver visto soggetti diversi da Stasi in prossimità della villetta teatro del delitto, uno di loro riferì di una donna bionda in bicicletta che aveva in mano un attrezzo da camino compatibile con l’arma del delitto per poi ritrattare tutto. E ci sono anche una serie di morti sospette, una decina avvenute negli anni a ridosso del delitto di Garlasco, casi che furono archiviati come suicidi ma che ora avrebbero suscitato l’interesse degli investigatori perché, in alcuni casi, riguarderebbero soggetti che avrebbero visto qualcosa la mattina dell’omicidio di Chiara. Come accadde ad un meccanico di 88 anni in pensione che fu ritrovato morto il 23 novembre 2010 in uno spazio molto stretto fra due muri con i polsi e la gola tagliati e sulla cui morte, liquidata come suicidio, persistono ancora molti dubbi.
