Il caso del Mostro di Firenze potrebbe essere prossimo alla riapertura. Il killer delle coppiette, che ha seminato il panico nella popolazione dal 1968 fino al 1985, anno dell’ultimo omicidio collegato al Mostro. Ed ora, dopo il processo che vide protagonista Pietro Pacciani e quelli che furono indicati come i suoi compagni di merende, tutto potrebbe essere riscritto. Durante il processo prima Pacciani fu condannato l'ergastolo, poi fu assolto in appello e infine la sentenza fu annullata in Cassazione. Ma prima dell’inizio del nuovo processo Pacciani morì. Ora si è tornati a chiedere che il processo venga rivisto. A farlo gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, che assistono Mario Vanni, nipote di uno dei compagni di merende di Pacciani, che hanno presentato la richiesta alla Corte d’Appello di Genova. Vanni al tempo fu condannato all’ergastolo, ma lui si proclamò sempre innocente.
Motivo? I tanti elementi che sembrerebbero non tornare. Primo tra tutti il mancato ritrovamento dell’arma, una Beretta calibro 22. E poi, il proiettile che fu ritrovato nell’orto di Pacciani, sembrerebbe non essere compatibile con la pistola usata per compiere gli omicidi, diversamente a quanto stabilito nella sentenza. Non solo, ricordiamo anche la perizia balistica svolta dell'ex generale dell'Esercito, Ignazio Spampinato, che in un secondo momento fu indagato per aver svolto attività di depistaggio dei servizi segreti sulla strage dell'Italicus e su quella di Bologna. Adesso però una nuova perizia entomologica, che sembrerebbe contraddire la collocazione temporale di due omicidi, basata su elementi che negli anni 90 non erano ancora disponibili, potrebbe realmente cambiare le carte in tavola. La decisione ora è nelle mani dei giudici della Corte d’Appello di Genova, che dovranno pronunciarsi su uno dei “cold case” italiani più discusso di sempre…