Elon Musk ha acquisito il 9,2% delle azioni di Twitter (divenendo dunque il primo azionista con un investimento di 2,89 miliardi di dollari) ed è entrato nel Cda della società. Il boss di Tesla, che proprio su Twitter ha un grande seguito (oltre 80 milioni di follower), aveva più volte criticato la piattaforma, accusandola di non tutelare la libertà di espressione. Qualche tempo fa l’uomo più ricco del mondo e fondatore anche di SpaceX aveva attaccato l’amministratore delegato di Twitter, Parag Agrawal, paragonandolo a Stalin, e aveva minacciato di dar vita a un concorrente del social network fondato da Jack Dorsey.
Qualche settimana fa però Musk si è messo in contatto con Agrawal, Ceo di Twitter da fine novembre, e con lo stesso Dorsey, facendo presente di avere iniziato l’acquisizione di quote dell’azienda e di essere intenzionato a valutare possibili miglioramenti. Secondo il New York Times, Agrawal ha proposto a Musk di non limitarsi al ruolo di azionista, ma di avere un ruolo più attivo, prospettandoli appunto l’opportunità di entrare nel consiglio di amministrazione: “Ci critica e ha molta passione per quello che facciamo – ha poi dichiarato l’amministratore delegato – abbiamo bisogno di uno come lui”.
Negli ultimi tempi Musk aveva iniziato a pubblicare cinguettii e sondaggi sulle regole e sul funzionamento di Twitter, pur non facendo sapere di avere avviato l’acquisizione di una quota che lo avrebbe reso il primo azionista della società. Aveva chiesto per esempio se l’algoritmo che regola il funzionamento di Twitter dovesse diventare open source, cioè libero e accessibile a tutti (su 1,1 milioni di votanti aveva prevalso il sì con l’82,7%) e, come accennato, se Twitter stesse aderendo rigorosamente al principio della libertà di espressione, “essenziale per una democrazia che funzioni” (in quel caso con 2 milioni di voti aveva prevalso il no), commentando poi che “considerato che Twitter funziona di fatto come un’agorà pubblica, non aderire ai principi della libertà di espressione mina le fondamenta della democrazia. Che cosa bisognerebbe fare? Serve una nuova piattaforma?”
Dopo che il suo ingresso in Twitter è stato reso noto, Musk ha toccato un tema molto caldo per gli utenti di Twitter, quello del tasto “edit”, chiedendo agli utenti se volessero un’opzione per modificare i tweet dopo la pubblicazione. Come prevedibile, su oltre 4,4 milioni di voti ha prevalso il sì con il 73,6%. Ora il tasto “edit”, sempre osteggiato dal fondatore Dorsey, arriverà? Da Twitter hanno fatto sapere che ci stavano lavorando già da qualche tempo e che non dipenderà dal sondaggio di Musk. Sarà…
“L’accordo per il quale può far parte del consiglio di amministrazione – riferisce il Post – prevede che Musk non possa raccogliere più del 14,9 per cento delle azioni di Twitter, cosa che almeno nel breve periodo gli impedirà di avviare un’operazione di acquisto ostile per rilevare il pieno controllo della società. L’incarico da consigliere durerà fino al 2024, ma se Musk non fosse soddisfatto potrebbe comunque dimettersi e cercare di raccogliere altre azioni senza avere particolari vincoli, fino a ottenere il controllo di Twitter. Al momento appare improbabile che Musk voglia seguire questa strada, anche se nelle scorse settimane mentre avviava i suoi sondaggi online era stato ipotizzato che volesse costruirsi un proprio social network. Il grande interesse degli ultimi giorni ha comunque favorito Twitter, le cui azioni sono aumentate di circa il 30 per cento dalla fine della scorsa settimana alla seduta di borsa di martedì 5 aprile”.