Sette domande per Roberta Bruzzone. Questo è il punto di partenza del video di Andrea Tosatto pubblicato sul suo canale youtube, giornalista che di Garlasco ha fatto il suo feudo, e di cui qualcuno forse ricorderà i precedenti sulla cronaca nera. Nel video Tosatto ripercorre anni di presunti errori e omissioni nel curriculum della dottoressa Bruzzone, sostenendo che vari elementi della sua formazione e delle sue collaborazioni scientifiche sarebbero falsi. Si parte dal caso Cetara, il giornalista del Secolo XIX era stato citato dalla Bruzzone per diffamazione, ma il tribunale lo aveva assolto sia sul piano penale sia civile, con sentenze pubblicate e visibili online su cronachelucane.it. Tosatto prende spunto da questo precedente e si concentra su alcune delle voci più importanti del suo curriculum, ovvero la collaborazione con Kim Rossmo al geographic profiling, la presunta appartenenza alla Vidocq Society, i rapporti con la Behavioral Science Unit di Quantico, un corso alla University of California di San Francisco e un fantomatico diploma smentito da più fonti. Per ciascuno di questi punti, Tosatto dichiara di aver chiesto conferma a fonti dirette – Rossmo, Bill Fisher della Vidocq Society, membri dell’Fbi, l’Università di California – ottenendo smentite che, secondo lui, contraddicono le informazioni riportate sul curriculum della Bruzzone. Nel video si citano mail, lettere, diplomi contestati e persino perizie calligrafiche che, secondo Tosatto, provano falsificazioni o millanterie. Il tutto condito da un’aria da inchiesta investigativa, con riferimenti ai fascicoli visionati, alle immagini scattate sul campo e ai dettagli tecnici dei casi di geo-profiling.
Dall’altra parte, la Bruzzone reagisce con due post pubblici su Facebook, sostenendo che l’intera narrazione di Tosatto è costruita su un curriculum parallelo, inventato, e attribuzioni mai fatte. Il cv ufficiale, disponibile sul suo sito e su altri portali di enti con cui ha collaborato, rimarrebbe intatto e verificabile. Secondo la Bruzzone, Tosatto avrebbe manipolato le informazioni, confondendo l’adattamento di un software con il suo sviluppo, travisando collaborazioni scientifiche con la Bsu di Quantico e con la Duke University, creando false appartenenze a società come la Vidocq, e riportando presunti attestati mai a lei attribuiti. I post sottolineano che tutti i documenti ufficiali, pubblicazioni, report e certificazioni dimostrano la veridicità delle sue competenze e l’infondatezza delle accuse, e che episodi passati, come quelli con Marco Strano, erano già stati valutati e archiviati dalle autorità giudiziarie. Bruzzone sostiene che Tosatto e altri soggetti abbiano messo in piedi una campagna ossessiva e reiterata di delegittimazione, usando falsi, manipolazioni e travisamenti come strumenti di pressione e diffamazione. Tutto questo, dice, è documentabile e sarà affrontato nelle sedi giudiziarie competenti, confermando quanto si poteva già intuire. Chi l’avrà vinta? Staremo certamente a vedere, ma intanto ci si mette comodi e ci si gode lo spettacolo.