Salvatore Marino, attore comico classe 1960, è figlio di madre eritrea e di padre italiano. Nato ad Asmara per poi trasferirsi a Roma, ha esordito nel mondo del cinema già nei primi anni Ottanta nel film Stangata napoletana con la regia di Vittorio Caprioli. Ha fatto parte del cast di Propaganda Live, interpretando il ruolo dell’onorevole Barbazzi. Non solo, ha preso parte anche a diverse pellicole e spettacoli teatrali, esordendo nel piccolo schermo nella fiction Villa Arzilla, diretta da Gigi Proietti che gli ha fatto da maestro, nel ruolo di Gazebo. Editorialista della trasmissione Omnibus Weekend, ha condotto la rubrica satirica Fondale marino, usando nei suoi monologhi una parlata molto particolare, ricorrendo a un linguaggio che spesso viene percepito come disarticolato e privo di qualsiasi logica. Caratteristica che da sempre lo contraddistingue, e che ha fatto del personaggio dell’onorevole Barbazzi uno dei più apprezzati del programma condotto da Zoro. Nel 2012 è stato uno dei comici di Zelig, per poi approdare insieme a Giancarlo Magalli a I fatti vostri, con una sua rubrica. Salvatore Marino, sul suo blog si definisce così: “Sono un uomo di buone speranze, carico di energia; anche troppa! La prima volta che mi affacciai al mondo del lavoro, lo feci con così tanto entusiasmo che cascai di sotto. Anagraficamente italiano, ma d'aspetto orrendamente negro, o meglio, sbiadito; una sorta di nero pentito o, per essere più precisi, bianco indeciso”.
Da pochissimo conduce su Dagospia una video rubrica: “Fermi tutti, arriva il Dago-tg! Le notizie della settimana smitragliate da Salvatore Marino, l’altra chiappa dell’informazione…”. Una collaborazione che è stata accolta calorosamente sui social, dove infatti non sono mancati decine e decine di commenti a favore di questo nuovo progetto che si è ancora agli inizi, ma che promette di essere alquanto scoppiettante: “Mi sei sempre piaciuto. Dai tempi dei tempi”; “Semplicemente geniale!”; “Ho l'asma dalle risate!”; “Inarrivabile e unico”. Completo che richiama alle atmosfere degli anni 80, una parlata veloce e quasi inafferrabile, in grado di strapparti una risata al primissimo ascolto. Un tg satirico, poco più di un minuto che porta finalmente una ventata di novità nel piattume della comicità: “La compagnia di bandiera che marca male, ha fatto i conti senza l’hostess, ma la crisi c’è lo stes. Da Linate una ne fa e cento Malpensa. Come dire, tanto va la gatta a lardo che ci lasciano a Ciampino”; “Ai festini di Arcore ognuno ha portato qualcosa, Lele Mora le lenzuola, i cuscini Emilio Federer e le casse di birra Corona. Questo secondo Mattarella è antiprostituzionale”. E la chiusa: “Per questa edizione è tutto. Ho fatto il punto del punto. Punto. Butto la pasta”. Per noi il Dago-tg è un apputamento che non si può affatto perdere!