Ma Matteo Rizzo che si traveste da tennista e con ironia smantella il “bon ton” del pattinaggio sul ghiaccio? Con una parrucca bionda, vestito da tennista, tuta e pantaloncini corti. Una star che firma la telecamera che lo inquadra dopo aver bevuto dalla borraccia, a bordo… ghiaccio. Matteo Rizzo chiude una performance che avrà fatto storcere il naso a qualcuno magari (un tennista amatoriale scrive: “Non sono assolutamente contento, per non dire altro), ma sono più i complimenti e il divertimento per chi, scrivono i più, “ha portato una ventata di aria fresca nel mondo del pattinaggio artistico”, considerato da alcuni fin troppo “rigido”. Rizzo ha gareggiato a marzo di quest’anno in Giappone per i Mondiali di pattinaggio di figura nel singolo maschile con i Maneskin. Si allena all’IceLab di Bergamo, ma è romano e guarda al 2026, alle Olimpiadi Invernali che si terrano “in casa”. Perché poi, Matteo Rizzo, è quello che i più definirebbero un “orgoglio italiano”. 25 anni, sono 19 anni che graffia il ghiaccio dei palazzetti. Ora lo allena Lorenzo Magri dell’Icelab di Bergamo, ma all’inizio è stato papà Valter a tenerlo in piedi sulle due lame. Valter insieme a Franca Bianconi, allenatrice, ex atleta e ora anche commentatrice per la Rai.
Dopo il debutto fuori dall’Italia nel 2012 all’Ice Star in Bielorussia, una competizione juniores che gli ha permesso di confrontarsi per la prima volta a livello internazionale, Rizzo inizia la serie di Junior Gran Prix a partire dal 2013, prima in Slovacchia, poi in Germania. Ha vinto sempre nel 2013 il titolo nazionale juniores e nel 2014 gareggerà ai mondiali della stessa categoria, a Sofia. Nel 2018 replicherà i successi e arriverà, anzi, più in alto. Vincerà di nuovo il titolo nazionale e sarà tra i nove migliori atleti al mondo della sua categoria. Segno che il ghiaccio e le figure lui le ha nel sangue. E in effetti sia il padre che la madre, Valter e Brunilda, sono ex pattinatori. E anche lui a parlarne: “Questa passione è nata sin da piccolo per stare insieme a mia mamma visto che lei è insegnante di pattinaggio. Poi successivamente ho potuto appassionarmi a questo sport grazie alle prime gare all’età di 8 anni”. Certo, non potevano bastare soltanto la passione e i geni: “Servono tanto allenamento e dedizione”. E così è stato, in tutti questi anni, diciannove, di allenamento e impegno. Un impegno che si è tradotto in sacrifici, spesso in termini di tempo libero, nel tentativo di conciliare tutto, nel corso degli anni, come lo sport a quei livelli e l’istruzione: “Sicuramente non è stato facile studiare normalmente. Negli ultimi anni di superiori ho frequentato una scuola serale per potermi allenare di giorno. Sarebbe fondamentale per ogni sportivo avere la possibilità di frequentare una scuola he gli permetta di continuare gli allenamenti”.
Ma il pattinaggio non è l’unica passione. Infatti, il Nostro, è un appassionato di Motosport (potevamo farcelo scappare?), in particolare di Formual 1 e MotoGp. Lo dice lui stesso in più occasioni ed è chiaro anche da una risposta data a Vanity Fair qualche mese fa. Alla domand su quale fosse il suo idolo sportivo il primo nome è stato quello di un campione del Cavallino: Charles Leclerc. Un altro campione che ha sudato e ha messo tanto nel suo sport per poter arrivare in cima, così come sta facendo Rizzo. Insomma, una scalata vera e propria, che lo ha portato nel 2022 a misurare anche alle Olimpiadi di Pechino. Ma la strada prosegue e non accenna a rallentare la corsa di Rizzo, fatta non solo di tecnica, dedizione e concentrazione, ma di un estro scanzonato, per alcuni tipico della Gen Z. Che sia il volto che renderà virale il pattinaggio italiano, così come ha fatto con la sua ultima esibizione “tennistica”? Di certo la partita l’ha vinta, non solo per aver incuriosito anche i non appassionati, ma per aver ricordato ancora una volta che persino le gare, in uno sport che vive di tensione e ansia da prestazione, possono diventare un momento di gioco e di divertimento.