"Questo ragazzo ha fatto carriera nel modo più assurdo che io abbia mai visto", scrivono ancora i fan nei commenti sotto ai video delle sue canzoni su YouTube. Ed è difficile dar loro torto. Joji, classe 1992, a 18 anni ha lasciato Osaka alla volta degli Stati Uniti e lì, in un appartamento sgangherato da "fuori sede", ha cominciato a dare vita a personaggi demenziali e scorrettissimi che animavano il canale che aveva messo in piedi, The DizastaMusic. Nel 2013, è proprio qui che nascerà il fenomeno mondiale dell'Harlem Shake. Non qualcosa di cui possiamo essergli del tutto grati, chiaro. Ma il punto è che, nei suoi cinque anni di attività come YouTuber "anti-vlogger", così si definiva, abbia sfornato a ripetizione parodie cattivissime e sfacciate dei nascenti influencer.
Il tutto vestito da coglione, mentre preparava onigiri usando la pentola come posacenere, strizzato in una tutina fucsia. E trovando anche il tempo di dimostrare, nei panni di Filthy Frank e Pink Guy, di saper rappare per davvero. Nel 2017, smette i panni del giullare di corte, fonte di meme virali in tutto il mondo e di gran bei dobloni nelle sue saccocce, per ripartire da capo come cantautore di ballad che farebbero impallidire Ed Sheeran. Tre dischi all'attivo, su Spotify supera gli stream mensili dei nostri Maneskin: 32 milioni contro i 27 della band romana. Se non l'avete mai sentito nominare, sappiate che vi state perdendo un fenomeno vero. Che sta per arrivare in Italia con una tappa del suo tour europeo. Dopo essersi esibito, nel maggio prossimo, al Madison Square Garden di New York, ovvio. Ok, ma chi cazz* è Joji?
All'anagrafe George Miller, padre australiano e madre giapponese, Joji è una sorta di Re Mida. Non importa di cosa si occupi, tutto ciò che fa e tocca diventa oro. Meritatamente. In svariate interviste internazionali, racconta come i personaggi di Filthy Frank e Pink Guy gli tornassero utili a mò di valvola di sfogo, dandogli un pretesto per tirare fuori il peggio di se stesso. YouTube, naturalmente, gli stava sulla collottola con la minaccia di chiudergli il canale. Infatti, ne aprì cinque o sei nel corso del tempo, con la fanbase sempre pronta a spostarsi pur di seguirlo e non perdersi nemmeno uno dei suoi contenuti irrispettosi e controversi. Poi, si è annoiato.
Musicista fin dall'inizio, il ruolo del giullare di corte cominciava a stargli sempre più stretto fino all'addio definitivo: è il 2017 quando annuncia via Twitter che non realizzerà più video con i suoi alter ego Filthy Frank e Pink Guy. "Da oggi sono Joji", cinguetta. Joji è la traslitterazione del suo nome di battesimo, George, per come viene pronunciato in Giappone. Così lo chiamavano da bambino. Nessuno sapeva bene cosa aspettarsi da questo nuovo capitolo, ma la risposta è arrivata l'anno successivo quando l'artista rilascia un disco dal titolo secco: Ballads 1. Inizia la scalata della Billboard100, la BBC lo intervista, tutto il mondo impazzisce per questo nuovo Ed Sheeran dalla volce calda e una capacità di scrittura che mira al cuore, per sparargli. L'Italia, intanto, se ne frega.
Il drastico cambio di carriera di Joji fu sicuramente proficuo, ma anche una mossa parecchio furba. Fiutando i venti di politicamente corretto che avrebbero di lì a poco spirato sugli Stati Uniti e non solo, ha cessato la propria attività da joker del web. È lui stesso ad ammetterlo: "Se avessi continuato a fare video come 'Pimp my wheelchair', avrei avuto più di un problema". Molti creator come lui, da Shane Dawson a Jeffree Star, nel 2020 se la sarebbero poi infatti vista con una serie di shitstorm quando non veri e propri procedimenti processuali che, per quanto se ne sa, li coinvolgono tuttora, portando i loro canali, tra l'altro, a un'incontenibile emorragia di follower.
Ora come ora, il profilo Instagram di Joji, invece, è seguito da oltre 6 milioni di anime. Dai tempi di Ballads 1, sono usciti altri due dischi dell'artista, Nectar (in cui collabora pure con DIPLO) e il più recente Smithereens, anticipato dalla power ballad Glimpse of You, a giugno 2022. Non esiste un video ufficiale di questo brano ipnotico e potentissimo. In compenso, "solo" su YouTube, la traccia è disponibile con il fermo immagine dell'occhio di un alligatore a fare da sfondo: attualmente, questo clip conta 67 milioni di views. Il corrispettivo, a livello temporale, dei Maneskin è la canzone Supermodel, il cui patinatissimo video ufficiale - che costò a Damiano David la rottura di una gamba durante le riprese - vanta oggi 26 milioni di visualizzazioni. Non proprio quisquilie, certo. Ma, in ogni caso, doppiati. Con distacco. Da un coccodrillo immobile.
A occhio, Joji non sembra voler contare più di tanto sul glamour o sulla propria immagine. Compare su Instagram, sì, ma più che altro tramite pochi flash in alcuni reel promozionali dei suoi lavori in uscita. Insomma, se ne batte più che può di apparire. E di apparire troppo fashion. Lui fa un altro lavoro, per fortuna. Lavoro che nel 2023 lo vedrà protagonista di un faraonico tour mondiale: si esibierà live al Gunnersbury Park di Londra e soprattutto al Madison Square Garden di New York. Non mancano tappe nelle Filippine, in Australia e in Malesia fino ad arrivare anche in Italia dove, la pagina Facebook di Vivo Concerti, ha appena annunciato la sua prima data nel nostro Paese, prevista per il 24 agosto 2023 al Carroponte di Sesto San Giovanni (appena fuori Milano).
La sproporzione, a livello di location, è evidente. Vogliamo ben sperare, però, che ora dell'estate, l'artista otterrà il riconoscimento che merita anche qui da noi. Ne avrebbe tutte le possibilità, considerato che, a livello globale, è letteralmente più ascoltato dei Maneskin. Joji, in definitiva, è un'ottima risposta a chiunque vada lamentandosi del fatto che non esista più musica decente. Centinaia di milioni di persone, la stanno già ascoltando, mentre noi stiamo qui ad aspettare Sanremo. Son scelte.