C’è aria di rivolta nei Comuni, e non solo quelli retti da giunte di centrosinistra, contro la legge di bilancio 2023 del governo Meloni sulla rottamazione delle multe. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (Pd), ha già reso nota la sua contrarietà, ma potrebbe essere seguito anche da colleghi non necessariamente appartenenti all’opposizione. Perdere una parte dell’introito derivante dalle sanzioni, infatti, rappresenta un problema trasversale per ogni amministrazione comunale.
La manovra di centrodestra prevede la cancellazione in automatico dei debiti fiscali sotto i 1000 euro, incluse le multe lasciate in arretrato, a condizione che siano cartelle riferite a un periodo limitato. I Comuni dovevano stabilire se concedere il condono entro il 31 gennaio 2023, ma con la possibilità per i multati di richiedere una rottamazione cosiddetta “quater” entro il 30 aprile. Di più: in alcuni casi, se la multa non è finita in prescrizione, si può anche tentare di fare ricorso.
Il cittadino con una multa inferiore ai mille euro deve perciò anzitutto accertarsi se il proprio Comune abbia deciso o no di applicare lo stralcio, cercando la pubblicazione della delibera apposita sul sito dell’ente. Probabile che non molti Comuni aderiranno, visto che le multe sono una fonte di entrate importante per le loro casse. Ad esempio, per il Comune di Roma, si tratta di 280 milioni di euro in totale, il che significherebbe, secondo i calcoli dell’amministrazione capitolina, dover tagliare 60 milioni di euro all’anno togliendoli ai servizi per il prossimo quinquennio.