Le auto elettriche richiedono meno manutenzione ordinaria rispetto alle auto tradizionali, hanno meno parti mobili ma sopratutto non richiedono cambi d'olio regolari, così facendo i proprietari di queste macchine green possono risparmiare un bel gruzzoletto. Vi piacerebbe, eh? Ma la situazione si complica quando si ha a che fare con riparazioni dei veicoli dopo un sinistro stradale. Secondo la Federazione Italiana Carrozzieri Indipendenti riparare un'auto elettrica può arrivare a costare fino al 30% in più rispetto ad una normale macchina. Ma perché c'è questo sovrapprezzo da pagare? A gravare sulle spese dell'automobilista c'è la messa in sicurezza, la necessità di avere un personale qualificato e pure l'elettronica specifica...
Quando un'auto elettrica entra in carrozzeria, tra le varie precauzioni aggiuntive per la messa in sicurezza c'è l'impiego di personale con il patentino "PES PAV PEI", un corso di formazione sicurezza per il lavoratore che opera su impianti elettrici in tensione o fuori tensione. Questo requisito comporta un ulteriore costo al cliente, come ha sottolineato Davide Galli, presidente di Federcarrozzieri, i professionisti del mestiere devono costantemente evolversi e adattarsi a questo cambiamento del mercato. Quindi: più personale altamente qualificato e più attrezzature innovative (ma anche complesse), più soldi che se ne vanno dal portafoglio. Ma la vera sfida arriva con l'elettronica specifica presente nelle bev. Queste macchine, infatti, sono dotate di una quantità significativa di componenti elettronici che possono richiedere tempi di intervento più lunghi e costosi per smontaggio, sostituzione e ricalibrazione. Pensate che le auto elettriche di ultima generazione incorporano circa il 65% in più di componenti elettronici rispetto alle loro controparti a combustione interna. Insomma, oltre il danno...