Quando la Lega accusò il Quirinale, durante la Presidenza di Giorgio Napolitano, di avere a disposizione 40 vetture, scatenando l’indignazione generale, arrivò presto una nota di correzione da parte dello staff della massima autorità dello stato, affermando che il parco auto ne comprendeva “solo” 35. Erano gli anni della cosiddetta spending review e, con uno slalom un po’ fantasioso, il Colle riuscì a dribblare le accuse.
Oggi, alla luce della scomparsa di Giorgio Napolitano, ci piace ricordarlo per la sua passione per le auto, che era trasparita con tutta la sua forza nel 2011. Sembrano passati secoli dalla presentazione dell’allora nuova Lancia Thema, Napolitano era stato invitato a Torino, al Museo dell’Auto, per vedere per la prima volta quella che sarebbe diventata la propria auto di rappresentanza, in versione blindata. “È bellissima, spero proprio di poterla provare al più presto” e così, effettivamente andò, con la consegna del mezzo nel maggio dell’anno successivo. Alla presentazione della vettura erano presenti John Elkann e Sergio Marchionne. Altri tempi.
La Thema, in tinta Blu Canaletto, con gli stemmi della Presidenza impressi sui poggiatesta, andava così ad aggiungersi alle altre presenti in collezione, portando avanti la tradizione di oltre 60 anni che vedeva i Presidenti italiani viaggiare in Lancia. In realtà, le Thesis consegnate al Quirinale, furono tre: due blindate e una di scorta, ma senza la blindatura.
L’auto sicuramente più rappresentativa dei Presidenti della Repubblica, che si sono succeduti negli anni è stata e ancora, senza ombra di dubbio, la Lancia Flaminia 355, commissionata in quattro esemplari dal Presidente Gronchi.
Utilizzate incessantemente anche durante le presidenze di Segni, Saragat e Leone, le Flaminia vennero messe da parte durante i mandati di Pertini e Cossiga, in favore di auto più sicure e che lasciassero meno esposti gli occupanti.
A riaccendere i motori degli esemplari di Flaminia, una volta placatasi l’onda terroristica in Italia, fu Oscar Luigi Scalfaro, seguito da Ciampi e, ovviamente, da Napolitano, sia per quanto riguarda le diverse cerimonie di insediamento, sia per le parate del 2 giugno. Per Napolitano la Flaminia fu anche l’auto impiegata per lasciare il Quirinale il 14 Gennaio 2015, una volta portato a termine il proprio secondo mandato.
Durante i suoi anni alla Presidenza, durante i quali ha dato l’incarico a cinque Premier, Napolitano disponeva, come scrivevamo in apertura, di ben 35 auto. Oltre alle Lancia Flaminia, di proprietà, il Quirinale aveva tre Maserati a disposizione dei Capi di Stato di altri paesi in visita in Italia, quattordici altre vetture (non meglio specificate), a disposizione dei Presidenti emeriti, del Segretario generale, del Segretario generale onorario e dei 10 Consiglieri del Presidente della Repubblica e altre dieci vetture in leasing per le esigenze complessive della dirigenza di ruolo, del personale di segreteria e dei tre consulenti del Presidente della Repubblica. A chiudere la lunga lista, poi, ci pensavano due pulmini di proprietà per trasporti collettivi nei trasferimenti in corteo.
Insomma, sarà che disporre di un parco auto del genere renderebbe anche un profano del mondo dei motori un entusiasta del settore ma, anche ricordando le parole di elogio nei confronti della rinnovata Fiat 500, pare che Napolitano avesse una certa passione per le quattro ruote.