Gianni Agnelli, l’ultimo re prima ancora che l’Avvocato, moriva 20 anni fa, il 24 gennaio del 2003, nel cordoglio generale dall’America alla Russia. Lui, l’uomo che consigliava Henry Kissinger, il padre di un impero come quello della Fiat, l’appassionato di auto (e di donne), divenuto il simbolo dell’imprenditoria italiana (come ricorda il Presidente Sergio Mattarella nel suo pensiero per il ventesimo anniversario dalla morte), lasciava un vuoto nella Torino più ricca e fiorita che mai, anche e soprattutto per merito suo. Tra i suoi amori più grandi la Fiat e le sue fuoriserie, espressione del suo approccio al mondo delle auto e alla sua visione di stile. La Lancia Thema e K in versione Limousine, per esempio, hanno accompagnato Gianni Agnelli sono state il mezzo preferito di Agnelli per alcune occasioni davvero importanti, come quando venne la Regina Elisabetta II, in visita al Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1966, infatti, a soli tre anni dall’arrivo di Agnelli al vertice dell’azienda, la Lancia venne assorbita da Fiat.
Un po’ di sano patriottismo poi, che porta il nome della Fiat Uno. Quando si palesò l’idea che potesse essere assemblata in Spagna, infatti, Agnelli optò per un nuovo polo produttivo in Basilicata, a Melfi: «Siamo italiani, produciamola qui». Ma se di stile si vuole parlare, non si può non menzionare il suo regalo di nozze per l’amico Luca Cordero di Montezemolo, che per il suo matrimonio con Ludovica Andreoni si vide donare dall’Avvocato una Ferrari 360 unica nel suo genere. E che dire poi della mobilità green? Nonostante ormai sia diventato famoso l’aforisma di Agnelli in cui ironizza sugli ambientalisti («Mi sono simpatici gli ecologisti, ma hanno programmi costosi: non si può essere più verdi delle proprie tasche»), durante il periodo Agnelli la Fiat avrà ben due auto elettriche, la Panda e la Cinquecento Elettra, dimostrandosi ancora una volta all’avanguardia.
Abbiamo parlato della Panda, una delle “fisse” dell’Avvocato, che nelle sue residenza aveva sempre parcheggiato almeno uno dei suoi undici modelli, tra cui la 4x4 Trekking e l’eccentrica Panda Rock, un Pandino cabriolet che porta la firma della Moretti. A proposito di auto strane, vi ricordate la Eden Roc realizzata appositamente per Gianni Agnelli dalla Pininfarina nel 1956? Sembrava un motoscafo su quattro ruote, ed è una one-off su base Fiat 600 Multipla, per le gita al mare o al lago. Abbiamo anche ricordato del cordoglio che attraversò trasversalmente America e Russia. In effetti, Agnelli – dopo l’accordo di collaborazione tra Urss e Vittorio Valletta per lo stabilimento di Togliatti nel ’65 – sarà sempre un riferimento in Occidente per Mosca, che nel corso degli anni stringerà un rapporto proficuo con Torino. La stessa Lada Niva del 1977, promossa in tutta Europa per stile e immagine, sarà montata su basi e componenti Fiat, come il motore della 124.
Passiamo a un’auto futuristica, l’auto di Batman in borghese. Parliamo della 365 P, un’altra one-off Ferrari, prodotta nel 1965. Si tratta di una tre posti che vede il sedile del guidatore al centro, tra gli altri due. Un’auto più complessa da guidare, se si pensa all’abitudine di gestire il veicolo dall’estremo sinistro. Se di one-off si vuole discutere, poi, è impossibile non citare poi la Maserati 5000GT con telaio AM-103-008, la crème de la crème della collezione dell’Avvocato. Una vera chicca, a cui si aggiunse la dedica del nuovo stabilimento del Tridente, nel 2013, a Grugliasco. Tra le auto più curiose dell’avvocato anche quella Fiat 130 Familiare “Villa d’Este”, che montava delle fiancate di finto legno e un portapacchi in Vimini, quasi fosse un’auto anacronistica, dallo stile elegante e nobiliare, nonché da villeggiatura. L’Avvocato la userà principalmente per andare a Sainkt Moritz.
D’altronde come dire di no all’Avvocato? I suoi non erano desideri, ma aspettative che sarebbero state sempre soddisfatte. Così, nonostante non esistesse una versione scoperta della Ferrari Testarossa, nel 1986 Gianni Agnelli se ne farà fare una con carrozzerie spider, esclusiva e unica. Il tocco di classe poi, le finiture blu (il suo colore preferito), sul tema argento, un classico per Agnelli. Il blu, abbiamo detto. E proprio di questo colore sceglierà interni e carrozzeria della sua Fiat 125 che, secondo il nipote Lapo Elkann, fu la sua auto preferita. Una macchina piena di stile ma soprattutto di consapevolezza, di coscienza di ciò che l’Avvocato davvero amasse. E questa consapevolezza che lo portava spesso ad avere, anche per via intuitiva, grandi idee (come quel termine, “barchetta”, da lui pronunciato riguardo a un’auto la prima volta nel ’46, vedendo la nuova Ferrari 166MM al Salone di Torino), fu tra i grandi meriti a cui vollero rendere omaggio, a pochi giorni della sua morte, con la Ferrari da corsa F2003GA (sue le iniziali poste alla fine del nome), con cui Michael Schumacher e Rubens Barrichello gareggiarono fino ad ottenere, con il primo, il titolo Piloti.