Continuano le indagini sull’omicidio di Giulia Cecchettin. A tenere banco in queste ore sono le analisi del Ris di Parma riguardo i reperti rinvenuti nel luogo in cui è stato ritrovato il corpo della ragazza e delle due aggressioni, quella a Vigonovo a cui ha assistito anche un vicino di casa della ventiduenne (che ha prontamente chiamato il 112) e quella ripresa da una telecamera di sicurezza di Fossò. Così si cerca di fare più luce su quanto accaduto in quelle tragiche ore, dall’auto (ancora in Germania) al nastro adesivo, dai guanti al coltello e ai 300 euro in contanti presenti nella Fiat Grande Punto di Filippo Turetta. Ed è ancora un mistero dove si trovi il telefonino di Giulia. In tv danno la notizia esclusiva del suo ritrovamento, ma non ci sono riscontri. Intanto Turetta è stato ascoltato dal gip Benedetta Vitolo e dal pm Andrea Petroni nel carcere di Verona, dove ha avuto luogo l'interrogatorio di garanzia, durato appena mezz'ora. Il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee nelle quali ha ripetuto quanto detto alla polizia tedesca, ammettendo la propria colpevolezza: "Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata". Per lui, il (nuovo) legale Giovanni Caruso ha deciso di non richiedere né i domiciliari, né tantomeno la perizia psichiatrica. Si punta però a evitare l’aggravante della premeditazione, che vorrebbe dire ergastolo. Nelle sue dichiarazioni al gip il ragazzo ha ammesso di non sapere cosa "è scattato" in lui quella sera, sottolineando anche come la sua prima intenzione fosse quella di consegnarsi immediatamente alla giustizia.
Lo "scatto" però, al momento non sembra riuscire a cancellare i dubbi riguardo l'eventuale aggravante della premeditazione. A rincarare la dose di dubbi ci pensano anche gli oggetti rinvenuti sia all’interno dell’automobile (che verrà presto consegnata ai carabinieri del Ris di Parma) sia nei luoghi del rinvenimento del cadavere e delle due aggressioni. Come già sottolineato in precedenza, a bordo della Fiat Punto di colore nero, la polizia tedesca ha trovato un coltello, dei guanti e 300 euro in contanti. Il telefonino di Giulia invece, al momento, almeno ufficialmente, rimane tra gli oggetti mancanti, anche se in tv ne è stato annunciato il ritrovamento. Nella scorsa puntata di Pomeriggio 5, programma condotto da Myrta Merlino, la giornalista Grazia Longo ha lanciato l'esclusiva: "È stato ritrovato, perché ho verificato prima di venire qua, ho fatto una telefonata e mi hanno detto che il telefonino di Giulia era nell'automobile e quindi rientrerà in Italia". Ma al momento non ci sono riscontri. Inoltre, la non-premeditazione viene messa in dubbio anche dal nastro adesivo trovato sul luogo dell'aggressione, e dai sacchi neri presenti vicino al punto in cui è stato scoperto il cadavere della Cecchettin, nel canalone nei pressi del Lago di Barcis. Turetta, che è scoppiato in lacrime durante le dichiarazioni al gip, al momento è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e di sequestro di persona, ma la sua posizione potrebbe peggiorare. A gravare sulla sua situazione, infatti, non ci sarebbe solamente l'ombra dell'aggravante della premeditazione, ma anche quella dello stalking. L'avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Cecchettin, ha descritto Turetta come un "molestatore assillante", affermando che il suo comprovato comportamento sarebbe da intendere come "un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia". Nella giornata di oggi è atteso l'incontro tra Filippo e i suoi genitori presso il carcere di Verona, mentre venerdì 1 dicembre avrà luogo l'autopsia sul corpo di Giulia, dopo gli esiti dell'esame la famiglia avrà il nulla osta per celebrare i funerali.