Negli ultimi giorni si è parlato molto del ruolo della donna nella società e nel rapporto di coppia, degli uomini e pure di Miss Italia. Così Patrizia Mirigliani, patron del concorso di bellezza per eccellenza, in questa intervista risponde su tutto e fa sconti a nessuno, compresa una recente polemica nei confronti della Rai che vuole “cancellare la parola bella”, come è accaduto in uno spot mandato in onda proprio dal servizio pubblico nella Giornata sulla violenza contro le donne. Secondo Mirigliani il pubblico e gli addetti ai lavori non si starebbero rendendo conto di quanti talenti ha sfornato il suo concorso e, prendendone le difese, ci ha parlato di Caterina Balivo, attuale conduttrice, delle attrici Miriam Leone e Martina Colombari, tutte donne che si sono realizzate e sono passate dal suo concorso come anche Anna Falchi, Simona Ventura, Silvia Toffanin, Daniela Ferolla e Alba Pariet
ti. Compresa Ilary Blasi, ex moglie di Francesco Totti e appena uscita con la serie Netflix "Unica, che però sembra aver dimenticato le sue origini: “Perché non ha detto di essere partita da Miss Italia?”. Lei dice di aver iniziato la sua carriera grazie a Passaparola, eppure non è andata proprio così.
Vittorio Sgarbi ha paragonato Miss Italia addirittura alla festa di Natale, non le sembra esagerato?
No, direi di no, perché è una ricorrenza che gli italiani aspettavano a settembre, perché una volta si faceva in quel mese, ed è una tradizione. Le famiglie italiane si riunivano davanti al proprio televisore per vedere queste ragazze che provenivano da tutto il Paese e che facevano anche discutere sul concetto di bellezza. Ognuno diceva la sua, esprimeva il suo gusto personale e il proprio pensiero come quando ci si riunisce davanti a Sanremo per capire qual è la canzone che piace di più.
Pensa che, vista la sua lunga tradizione, Miss Italia possa tornare ad essere trasmessa in Rai?
Non saprei. È un argomento molto complesso. Miss Italia nasce nel 1939 e nel 1959 è diventato un marchio della mia famiglia. In quegli anni faceva molto discutere il concorso al di là del mezzo televisivo, perché in tutta Italia si facevano le selezioni, ma la visibilità e mediaticità del concorso era data da una grandissima attenzione da parte di tutta la stampa nazionale, che ne parlava come di un evento dalla grandissima portata. La nostra forza sono anche i circa 500 eventi che si svolgono ogni anno in tutta l'Italia, anche nei posti più sperduti. La prima rete che lo ha mandato in onda è stata Fininvest, poi, dopo, la Rai. Tantissime Miss che sono uscite poi dal concorso, come Francesca Chillemi o Miriam Leone, sono diventati personaggi televisivi molto amati dal pubblico italiano. La Miss Italia non è un modello estetico lontano da quello che è l'Italia.
Con questo che cosa vuole dire?
Che dal momento che ancora le mie Miss continuano a essere presenti nei programmi televisivi, come Caterina Balivo, ad esempio, sarebbe logico che Miss Italia andasse in televisione. Mi stupisco anch'io di come le Miss Italia siano molto amate e considerate nel mondo Rai, ma il concorso in sé sia invece stato un po’ giudicato nel 2013 perché, a quanto pare, non rappresentava più un modello che potesse andar bene per le donne…
A proposito di donne, in questi giorni si sta parlando molto di patriarcato. Cosa ne pensa?
Sono morte più di cento donne quest'anno, ci stiamo focalizzando su quest'ultimo caso che è gravissimo, ovvero quello di Giulia Cecchettin, anche perché c'è stata anche la sparizione della coppia per diversi giorni, il che ha alimentato sicuramente la speranza. Io all'inizio speravo in una fuga d'amore, per quanto magari possa essere un po’ improbabile ai tempi d'oggi. La situazione sta degenerando, bisogna concentrarsi molto di più sul fatto che le donne vadano difese. Da quello che abbiamo appreso e ascoltato sembra che Filippo Turetta non avesse accettato il fatto che questa ragazza diventasse indipendente con il conseguimento della laurea e sicuramente era così. Ma allora, a maggior ragione, secondo me, un concorso che valorizza le donne e dà possibilità di lavoro alle donne, dal giornalismo, alla televisione, all'imprenditoria, perché deve sparire? Perché le donne non devono diventare indipendenti?
Lei crede che sia questo l'ostacolo?
Guardi sull'indipendenza della donna, sul fatto che si impedisca loro di fare le loro scelte io sono fermissima e la asserisco come una cosa importantissima. Sul patriarcato credo che si stia scivolando un po’ troppo verso una deriva sbagliata. Quello che dobbiamo fare è proteggere le donne, perché prevenire è meglio che curare e lo dico sempre anche quando parlo della mia (ex, speriamo) malattia. Quante volte ci capita di vedere donne in strada o in macchina che litigano con un uomo e restiamo indifferenti? Io mi agito, alcuni per niente e non si muovono per capire che cosa stia succedendo. L'indifferenza della società è una cosa brutta e spero che quello che è successo quest'anno faccia riflettere le persone sul fatto che si debbano responsabilizzare tutti, e non mi riferisco solo al caso di Giulia. Le donne però c'è da dire che hanno fatto anche tanti passi avanti rispetto al passato…
Si riferisce all'emancipazione femminile a cui stiamo assistendo da ormai qualche anno?
Io non vedo più queste famiglie governate solo dall'uomo, dal padre o dal maschio. Vedo anche famiglie dove la responsabilità è condivisa con la donna. Penso che sia aumentata la violenza perché gli uomini sono in difficoltà, ma non capisco quando si parla di queste madri che hanno cresciuto male i propri figli. Quello che bisogna fare, concretamente, secondo me, è cercare di prevenire questa violenza dilagante.
Lei ha quindi fiducia nel piano approvato all'unanimità sotto il governo Meloni?
Io, in questo momento, sono un po’ dissociata dal mondo della politica. Non credo più a niente se le devo dire la verità.
Sta dicendo che non ha fiducia nella politica?
Ora mica tanto. Come faccio ad aver fiducia nella politica in un momento in cui, tutto sommato, le donne non sono state aiutate a farsi rispettare nel mondo del lavoro? Dobbiamo aiutarci con le nostre forze. Se ha seguito il mio monologo, quello è il sunto di anni e anni che io ho vissuto male, perché, purtroppo, non ho avuto mai sostegni, non sono stata capita. Credetemi se vi dico che mi hanno remato contro e questa è la cosa più brutta di tutta questa storia, il fatto che io non abbia avuto un gesto di solidarietà.
Questo non potrebbe derivare dal fatto che, essendo così incentrato sul tema della bellezza, c'è chi se ne vuole discostare?
Ma non è incentrato sulla bellezza. Questa è una falsa idea che si sono fatti negli anni per giudicare Miss Italia, quando in realtà il concorso è la storia delle donne italiane. Berselli, quando ho fatto il libro su Miss Italia 15 anni fa, disse che è lo specchio dell'Italia che cambia, ed è vero in realtà. La bellezza a Miss Italia non dico che non esiste, ma è complementare a tanti altri talenti, che non sono il canto e il ballo, ma sono la personalità di una donna. Se da Miss Italia sono uscite Miriam Leone o anche Martina Colombari, Anna Falchi, Simona Ventura, Silvia Toffanin, Daniela Ferolla e Alba Parietti, donne di grande personalità, che nella vita hanno dimostrato di essere in gamba e molto centrate, nonostante le loro problematiche di vita, che si sono fatte rispettare nel mondo del lavoro, allora perché dobbiamo ridimensionare tutto dicendo che a Miss Italia si parla solo di bellezza?
Qual è l'ingiustizia che vede lei?
Io non trovo giusto, oggi, non accettare l'aggettivo “bella”. Perché una donna non deve essere considerata bella? Che c'è di male? La bellezza è un insieme di cose: una donna è bella quando sa argomentare, quando sa muoversi, quando ha una bella personalità. Se poi ha anche un aspetto gradevole diventa bella. Ma quante donne bellissime esistono che però nella vita non hanno avuto successo perché non avevano altre caratteristiche? Quindi la bellezza è inclusione. Pensi che io, quindici anni fa, nel 2011, ho aperto le porte di Miss Italia alle donne curvy, taglia 44-46. È arrivata in finale Paola Torrente e in quel momento, dentro di me, ho pensato di aver vinto una battaglia, perché se arriva seconda a Miss Italia una donna che non rappresentava, una volta, una potenziale nuova bellezza, ho pensato e capito che gli italiani (essendoci il televoto) fossero pronti a capire che la bellezza avesse allargato i confini.
A proposito di inclusività, Vladimir Luxuria, in un’intervista a MOW, ci ha detto che è sicura che l’anno prossimo il concorso sarà aperto anche ai trans, che vi siete parlate a lungo e che ha trovato in lei una grande apertura. Ci può dire qualcosa di più?
Io ho parlato a lungo con Vladimir, perché è una donna estremamente intelligente ed è stata a Miss Italia più volte anche in giuria, e proprio questo dovrebbe dimostrare che Miss Italia non ha nessun rifiuto per quel mondo, anzi c’è assolutamente grande rispetto. È il cervello che fa la donna, per cui le donne in gamba, transgender o meno, sono tutte donne che il concorso ha sempre rispettato. Certo che se io, in estate, vengo interpellata sul tema, sul fatto che una ragazza fosse diventata Miss Olanda, pur essendo transgender e mi chiedono se lo posso fare anche io in quel momento, non si rendono conto che io avevo un concorso in atto che in quel momento aveva un vecchio regolamento. Mi sembrava una domanda un po’ provocatoria… io penso che ogni concorso porti dentro di sé la propria storia. Io ho portato l'inclusività nella mia, ho avuto difficoltà a essere inclusa nel mondo del lavoro, ho avuto difficoltà a essere la figlia di Enzo Mirigliani, per cui ho portato la storia di resilienza e di voglia di combattere come donna. L'attuale presidente di Miss Universo è transgender e porta la sua storia. Io non sono affiliata a Miss Universo, sono fuori da quel circuito...Ma se la Miss Universo ha deciso di portare la sua storia nel suo concorso ha fatto bene a farlo.
E lei pensa che si possa realizzare anche in Italia?
Io ci sto pensando, glielo dico con grande sincerità. È chiaro che sarebbe un cambiamento molto forte per Miss Italia e anche per gli italiani che ci amano, se è vero che siamo una tradizione come il Natale.
Clizia de Rossi ha invece detto che lei la avrebbe bloccata in seguito a un’intervista rilasciata proprio a MOW… un epilogo antitetico rispetto a quello con Vladimir Luxuria. Come mai?
Assolutamente no, non è vero, io non blocco mai nessuno. Ho ricevuto un sacco di insulti in quei giorni e sinceramente mi è dispiaciuto molto. L'ho trovato ingiusto e non bello, perché uno, prima di giudicare e di augurarmi la morte così come hanno fatto, dovrebbe anche ragionare sui motivi per cui una persona in quel momento sta dicendo di no. Se noi non diamo un senso alle regole nella vita, vivremo tutti come degli sbandati, e anche Miss Italia ha un regolamento. Io non sono una di quelle persone che cavalca i trend, visto che quello in questione è l'argomento dell'anno. Io non ho bisogno di far vedere che sono inclusiva. Ci sono ragazze che si iscrivono da un anno all'altro, ho 10.000 iscritte. Ma poi, le dico con sincerità, che tutte queste richieste per entrare al concorso da parte delle donne transgender io non l'ho avuta.
È stata quindi una strumentalizzazione?
È stato esagerato quello che è stato detto. Io tutte queste richieste di cui si parla non le ho avute. È stato un qualcosa che ha sollevato chiaramente una polemica e, a quel punto, io sono passata per colei che discriminava, che non era inclusiva e che non aveva rispetto per questo mondo, quando io, in realtà, ho rispetto per tutti i mondi. Non è da me questa cosa, ma quello che mi è dispiaciuto di più è stata la violenza che si è riversata nei miei confronti, arrivando a dirmi “devi morire”. Ho dimostrato di essere inclusiva, come del resto mio padre, portando avanti il tema dell'handicap fisico, con Annalisa Minetti, ipovedente, che quando sfilava era radiocomandata con una cuffia all'interno dell'orecchio. Non siamo stati discriminanti verso un mondo che è quello del disagio. Abbiamo fatto tante cose che dovrebbero essere ricordate dalle persone, perché un concorso che ha fatto così tanto sul sociale non esiste. Ma per aver risposto “ho un regolamento che dice questo” è successo il finimondo, quando la mia non è mai stata una chiusura totale, ma avevo semplicemente detto che in quel momento non avrei potuto farlo. È una scelta importante, una decisione che va ponderata, perché io non ho intenzione di cavalcare le onde del momento.
A proposito di attualità, perché se il comemrcialista di Torino Massimo Segre dice a tutti che la sua compagna Cristina Seymandi gli ha messo le corna è criticabile, ma se Ilary Blasi dice a tutti che Francesco Totti le ha fatto le corna è da ammirare? Non capiamo questa discrepanza, magari lei ci può aiutare.
Non la capisco neanch'io (ride). La verità dipende sempre da come la raccontiamo. Le donne in alcuni momenti sono vittime di tutto, diciamo che vengono protette di più, dipende dalla situazione. Tra l'altro Ilary Blasi è una mia Miss, cosa che però nel docufilm Unica su Netflix non è apparso e questo mi dispiace, perché è da lì che è partita la sua carriera.
La Blasi però dice che la sua carriera è partita da Passaparola…
Questo non va bene perché non è così. Lei è partita da Miss Italia e poi ha fatto Passaparola, perché se avesse fatto Passaparola prima di Miss Italia, non sarebbe mai arrivata a Miss Italia, perché il nostro concorso non fa entrare persone che sono già conosciute a livello televisivo, dato che vuole aiutare le donne a realizzarsi. Questa omissione, il non dire di aver fatto Miss Italia, mi ha fatto un po’ sorridere. Comunque dobbiamo avere più equilibrio noi oggi nella vita, perché ci sono uomini meravigliosi e uomini sbagliati, tanto quanto ci sono donne meravigliose e donne sbagliate. Adesso che l'uomo sia colpevole di tutto e che la donna sia vittima di tutto mi sembra un po’ eccessivo. Siccome l'equilibrio è la cosa più difficile da raggiungere su questa terra, adesso che Totti abbia tradito la moglie sì, ma Ilary ci ha fatto un docufilm. La cosa che mi ha sorpreso piacevolmente è che non abbia attaccato frontalmente Noemi Bocchi, quanto piuttosto l’ex marito, cosa che di solito non tutte le donne fanno.
Se Ilary li avesse raccontati avrebbe dovuto anche spiegare perché se l'è tenuto vent'anni in casa, non crede?
Ecco si, magari c'è anche questo. Se ci sono tutte queste separazioni è anche perché la donna non è più assoggettata al focolare domestico come ai vecchi tempi. I miei genitori avevano un rapporto per cui l'uomo era colui che lavorava e la madre colei che doveva seguire i figli, questo era il cliché. Quando io ero bambina c'era questo tipo di impostazione, poi però le donne, giustamente, hanno preteso di avere anche loro una propria indipendenza. Se io voglio la mia indipendenza, voglio essere rispettata e i tradimenti non vengono più accettati perché si è a un livello di parità. Un tempo le donne non dicevano nulla anche perché erano gli uomini a portare i soldi a casa. Io non posso parlarle di un matrimonio felice, posso parlarle di una vita abbastanza complicata con il mondo maschile. Quando ero figlia di Enzo ero molto più corteggiata, mentre quando sono diventata la padrona di Miss Italia è stato diverso, perché la donna emancipata dà fastidio. È uno scontro di poteri, l'uomo non accetta la donna di potere, è questa la cosa brutta. E mi riferisco all'uomo italiano, perché non penso che all'estero sia così.
In molti hanno dato la colpa alla figura materna. Lei concorda?
Io non ci credo molto, non ho questa visione. Lei sa che io ho denunciato mio figlio a causa della droga, per cui io non sono una di quelle donne che protegge il figlio sbagliato. Posso dire che se i genitori in generale vedono prima questi atteggiamenti, devono andare a controllare un po’ di più questi rapporti malati. Il problema è che sono molto poche le famiglie che stanno dietro ai giovani. I figli a volte si trovano soli e il loro interlocutore diventano i social, un mondo di cui io ho tanta paura, che però ha condizionato il pensiero dei giovani che sono diventati molto fragili. Tante ragazze di Miss Italia lamentano bullismo a scuola, mi hanno raccontato di sentirsi sole, di non sapere più dopo il covid che cosa sia la vita. I giovani sono bombardati da informazioni di un mondo che non è per niente bello e i genitori, che sanno quale trauma potrebbero vivere i figli, dovrebbero parlare di più con loro. Posso dire però altrettanto che parlare con i giovani di oggi sia molto complicato, perché difficilmente ascoltano. Nella fase di crescita di un'adolescente la contrapposizione alla famiglia è il primo gesto di crescita, per cui preferiscono ascoltare un amico piuttosto che il padre o la madre.
Quindi i genitori hanno solo una parte di colpa?
Sì, bisogna trovare l'equilibrio, perché demonizzarli in toto e fino in fondo è sbagliato. Che i genitori non siano presenti come prima è vero. Pensi che io da giovane, nata a Trento dove ci sono stati i primi movimenti femministi, ero una femminista, e lo sono tutt'ora, e non capivo il lavoro che stava facendo mio padre. Tutto ciò fin quando un giorno lui mi ha spiegato che la bellezza è un talento. La prima prevenuta della famiglia sul tema di Miss Italia sono stata io, ma sono diventata femminista quando ho capito che non era Miss Italia che usava le donne, ma le donne che usavano il concorso per trovare la propria identità, costruirsi un futuro e guadagnare. È lì che io ho visto il femminismo.
Ma lei come si è sentita quando ha dovuto denunciare suo figlio?
Malissimo. Mio figlio non aveva disagi psichiatrici, ma aveva una dipendenza dalle sostanze che avrebbe potuto portare, in seguito, disagi. Ma cosa avrei dovuto fare, proteggerlo? Sono i sepolcri imbiancati che hanno rovinato la società. Ora abbiamo un buonissimo rapporto e io sono ancora molto protettiva nei suoi confronti, anche troppo attenta e questo purtroppo lo so, ma con quello che vedo in giro mi preoccupo di tutto. Anche se lui esce la sera, perché non si sa mai che cosa può succedere, perché il pericolo non c'è solo per le donne, ma anche per gli uomini, che possono incontrare branchi di bulli. Vi dico solo che al figlio di una mia cara amica hanno provato a rubare le scarpe in mezzo alla strada. Siamo in una società estremamente violenta. Io in questo momento parlo da mamma, e le dico che sono tanti i fattori in gioco. Penso che, in generale, in questa società si sia perso il rispetto e ha pensato, nel non rispetto, di essersi evoluta, ma se non segui le regole finisci per vivere nel Far West.
Ha letto il titolo del quotidiano Libero di due giorni fa? Si parla di patriarcato e viene difesa la figura di Paolo Bonolis. Può un programma come Ciao Darwin essere lesivo della figura femminile?
Paolo Bonolis è un dissacratore, un uomo ironico, lo conosciamo tutti. Io lo paragono, per certi versi, ad Alberto Sordi e anche Ciao Darwin è un aspetto della nostra società. Se continuiamo così attacchiamo tutto, stiamo esagerando. Il bello della vita sono le sfaccettature di essa, vanno accettate tutte e va respinto il pensiero unico, perché non può essere tale. Ognuno deve essere libero di agire secondo le proprie idee e secondo il proprio vissuto. Ciao Darwin ha sempre rappresentato il paradosso della società e va visto in questo modo, dobbiamo avere la capacità di criticare ma anche di essere criticati. È una proposta molto forte di un certo tipo di mondo; infatti, ha avuto un grande successo in termini di ascolti, perché è un po’ una trasgressione.
Tornando a Miss Italia, pensa che l'anno prossimo lo rivedremo, finalmente, in prima serata?
Io lo spero, veramente. Sarei felicissima che di nuovo, finalmente, le famiglie italiane godessero di questo appuntamento che apriva i palinsesti della stagione autunnale. Se finalmente si esce dall'ipocrisia, se non si ha paura di parlare di bellezza (rendiamoci conto!) e se si comincia a rispettare il mondo femminile nelle sue scelte, allora potrà avvenire. Ma se non capiscono che Miss Italia dà posti di lavoro…
Pensa che questa apertura possa avvenire dalla Rai o da Mediaset?
Non lo so perché ho trovato tutto molto contraddittorio, ho sentito tutto e il contrario di tutto. Verrà trasmesso sicuramente da persone di buon senso e che capiscono che la bellezza è una delle cose che salverà il mondo. Se la bellezza ci dà leggerezza, ci dà valore, ci dà forza e la spinta che ci aiuta a vivere la vita, non capisco perché questa parola debba essere bandita. Sul mio profilo Instagram ho fatto una polemica per quanto riguarda la Rai, perché tra le frasi trasmesse dalla Rai nel giorno contro la violenza sulle donne c'era scritto “sei bella e anche brava”. Bene, è stata cancellata la parola bella e la parola anche, rimanendo solo il “sei brava”, come se dire a una donna “bella” fosse un'offesa e un non riconoscimento del valore della donna stessa. Io sono rimasta allibita, perché si sta annullando la parola bella e noi donne qui ci dobbiamo incavolare e non poco. A me se dicono che sono una bella donna fa piacere, non è una diminutio assolutamente, soprattutto per come la intende Miss Italia. Stiamo scherzando?