Sulla nuova apertura della Chiesa (Papa Francesco ha detto sì al battesimo alle persone transgender e ai figli di coppie omosessuali anche se nati con la gestazione per altri) si sta dicendo di tutto. C’è chi grida al progresso e chi ne condanna la perenne ipocrisia. Noi di MOW abbiamo intervistato Clizia De Rossi, attivista transgender dei diritti Lgbtqia, scesa in campo per dire la sua e per rispondere alle continue invettive della società di matrice omotransfobica. Sembra che per molti, credenti o soltanto conservatori radicali, l’esistenza della disforia di genere (cioè il disagio o l'angoscia correlato a un'incongruenza tra l'identità di genere di un individuo e il sesso assegnato alla nascita) e del desiderio di accedere ad un percorso di transizione possa inevitabilmente voler dire abbattere la natalità già in lento declino nel nostro Paese. Ma la De Rossi non ci sta e risponde alla Ministra della Famiglia Roccella: “Insieme al suo Governo di ipocriti incompetenti, sarebbe necessario che facessero qualcosa di concreto per sopperire ai veri problemi dei giovani che vorrebbero ma non possono mettere su famiglia, anziché obbligare le povere ragazze che vogliono o devono abortire ad ascoltare il battito dei feti per mortificarle”. La sua identità, quella di De Rossi e di migliaia di altre donne e uomini trans dello Stivale, viene sempre messa in discussione da terzi, di recente se ne è parlato anche a Miss Italia. Ecco cosa ci ha raccontato...
Clizia vedi l’apertura del Papa nei confronti dei trans come qualcosa di veramente rivoluzionario?
Penso che sia sicuramente un passo avanti, che abbia in sé una componente rivoluzionaria e il fatto che il Vaticano si stia dimostrando più progressista di questo Governo è davvero surreale e la dice lunga sui tempi bui che sta attraversando il nostro Paese. A me personalmente non cambia granché perché sono atea e tutto ciò che ha che fare con i dettami della Chiesa mi è indifferente. Ma sono contenta per i tanti fedeli appartenenti alla comunità lgbt che sicuramente stanno vedendo delle aperture da chi, in barba al precetto Cristiano “ama il prossimo tuo come te stesso”, si è visto sempre chiudere le porte, si è sentito sempre giudicato e additato come sbagliato, come creatura non degna della casa di Dio. Penso di essere molto più in linea io con i precetti del Vangelo per le mie attività di volontariato che il 90 % dei cattolici credenti che vanno in chiesa tutte le settimane per fare la parte.
E allora se è vera rivoluzione quella della Chiesa, perché dare il contentino e poi però non aprirsi ai matrimoni omosessuali?
Non penso apriranno mai ai matrimoni gay e lo ha espressamente dichiarato. La farsa dell’importanza fondamentale della procreazione non reggerebbe se li legittimassero. Meglio far crescere bambini in un convento di suore anziché in una famiglia omogenitoriale capace di donare vero amore!
E perché la chiami farsa? Non pensi che sia importante procreare?
Beh, non mi sembra un’emergenza così impellente se si pensa che nel mondo siamo già in sovrappopolamento, le risorse della terra si stanno esaurendo e le stime ci dicono che nel 2050 saremo già 2 miliardi in più rispetto ai circa 8 attuali.
Ma in Italia da almeno dieci anni stiamo assistendo a un crollo demografico drammatico, è comunque il Paese in cui viviamo…
Non credo comunque che l’1/2 % della popolazione mondiale lgbt possa influenzare il calo di natalità. Nel nostro Paese siamo neanche l’1% della popolazione. Invece di trovare sempre capri espiatori, questo Governo dovrebbe iniziare a dare risposte concrete alle tante coppie che vorrebbero costruire una famiglia ma non possono. La Roccella è arrivata persino a incolpare chi adotta animali, asserendo che la gente li sostituisce ai figli veri. Lei, che è Ministra della Famiglia (imposta al Governo dalle associazioni catto/integraliste come pro-vita che hanno sovvenzionato l’ascesa di Giorgia Meloni) insieme al suo Governo di ipocriti incompetenti faccia qualcosa di concreto per sopperire ai veri problemi dei giovani che vorrebbero ma non possono mettere su famiglia. Anziché obbligare le povere ragazze che vogliono o devono abortire ad ascoltare il battito dei feti per mortificarle, si pensi a costruire asili nido gratuiti, anziché usare quei soldi per aiutare gli amici a ricostruire stadi o il ponte sullo stretto, cosicché anche le madri possano lavorare serenamente e fare carriera, e non vedersi obbligate a stare a casa.
Mi stai parlando quindi di parità di diritti e non mi sembra proprio che la Roccella remi contro…
Riconosca allora la pari dignità alla figura paterna, come avverrebbe ad esempio equiparando il congedo di paternità obbligatorio (attualmente, nel nostro paese pari a 10 giorni) a quello di maternità obbligatorio (che invece ammonta a 5 mesi, ovvero 150 giorni). Che aiuti i giovani con agevolazioni su affitti e mutui per comprarsi una casa, anziché obbligarli a ritrovarsi quarantenne in casa dei genitori!
Immagino tu abbia votato Schlein…
Sì, come ho già dichiarato a MOW sono molto felice dell’avvento di Elly Schlein. Finalmente un vero ritorno alla sinistra di un tempo, attenta alle problematiche delle minoranze, all’ambiente, e dei più poveri.
Ma la Schlein che argomenti porta?
Beh, parla spesso in difesa della scuola pubblica, della sanità pubblica o del salario minimo o tutela diritti civili.
Sì, ma che proposte concrete ha fatto oltre al salario minimo? Che lascia non pochi dubbi anche agli esperti...
Il salario minimo non mi sembra poco anche se è stato bloccato. Per quanto riguarda i migranti giustamente insiste con la battaglia all’ Europa, nessuno può aiutarci se non si decidono loro, e poi il diritto alla casa, la territorializzazione della sanità.
Tornando al discorso del Papa, non vedi alcuna criticità?
Approfondendo bene sì. A determinate condizioni” e “non costituendo un diritto” le persone trans potranno fare le madrine/padrini ai battesimi a patto che ciò “non verificasse pericolo di scandalo o di un disorientamento in ambito educativo”! Premesso che posso capire la rabbia e lo scontento generale tra le fila della comunità lgbtq+ per la scelta lessicale del documento non propriamente felice, nel quale effettivamente fra le righe pare di leggere la concessione di un privilegio di chissà quale portata, da ripagare accuratamente con la massima accortezza! In altre parole, ci concedono sì di partecipare alle loro liturgie, a patto di celare il più possibile la nostra “scandalosa” identità che potrebbe addirittura destabilizzare la comunità. Come se tutte le persone trans del mondo fossero prostituite, macchiette, o comunque signorine “esuberanti”, pronte a presentarsi in Chiesa a fare le madrine in tacchi a spillo vertiginosi e minigonne inguinali! Tuttavia, al di là di questa indubbia terminologia che lascia effettivamente spazio a legittimi dubbi su pregiudizi e prevedibili futuri ripensamenti, io voglio continuare comunque a vederci qualcosa di buono, non solo per la felicità di tante persone credenti a cui la Chiesa ha sempre serrato le sue porte per la sola “colpa” di amare in maniera “diversa”, ma anche perché in qualche modo questa “apertura” ha una valenza sociale non indifferente. Parlare di minoranze aiuta a “normalizzare” tabù ed etichette di cui ancora oggi troppo spesso la gente continua ad avere paure e preconcetti per ignoranza. La religione Cristiana è la più seguita del mondo, conta circa 2,5 miliardi di fedeli, pari a più del 30% della popolazione globale e dobbiamo arrenderci all’idea che non esiste altra cassa di risonanza così vasta da coprire l’intero Pianeta. Pur ribadendo la mia incrollabile posizione di atea convinta, credo che Bergoglio, controfirmando la dichiarazione del cardinale argentino Victor Manuel Fernandez, sia già riuscito a smuovere più coscienze di tanti Pride o campagne varie di sensibilizzazione, e considerando che è stato il primo e unico Papa a parlare e sdoganare certe tematiche all’interno di una istituzione millenaria granitica e oscurantista come la Chiesa romana, suggerirei di mettere da parte sterili polemiche, ringraziarlo e guardare, almeno per una volta, il lato positivo.
A proposito di minoranze, tu insegni italiano ai migranti (rete Scuole senza permesso) ma la onlus e gli studenti non conoscono il tuo percorso e la tua identità
Si tratta di una delle scuole che fanno parte delle “Scuole senza permesso”, in cui, appunto, accogliamo tutti, anche chi è in attesa di permesso di soggiorno o chi è stato respinto. Né gli alunni né i dirigenti mi hanno fatto domande sulla mia identità di genere perché la scuola si basa proprio sui concetti di aiuto, uguaglianza e amore, che non hanno età, sesso o etnia. Li non importa chi sei, da dove vieni o cosa hai fatto nella tua vita, conta chi vuoi diventare e noi ti aiutiamo a cercare di realizzare il desiderio di una vita migliore.
Insegnate solo italiano?
No, non solo italiano, ma facciamo anche donazioni alimentari, attività ricreative (soprattutto per minori e per donne). Da un punto di vista scolastico aiutiamo gli studenti a prendere il certificato di lingua A2 che serve per il permesso di soggiorno e il B1 che serve per la richiesta di cittadinanza. Ma vogliamo anche aiutarli affinché non ci sia più sfruttamento nel lavoro in nero.
Cosa pensi del tema migranti?
Alcuni di loro mi hanno raccontato di lavorare già come muratori, aiuto cuochi, badanti, ma tutto in nero. La maggiore conoscenza della lingua (e di conseguenza della burocrazia) li aiuterà anche a ribellarsi a questo sfruttamento. L’Italia continua a considerare i migranti non come una risorsa per l'economia nazionale, ma come una condanna di cui liberarsi al più presto, come nemici invasori da combattere. Dovrebbe invece prendere esempio dalla civile e progressista Germania, in cui ogni migrante che arriva viene assegnato subito a un centro di prima accoglienza in uno dei 16 Land, in base a un algoritmo che considera la popolazione locale e, già da subito, mentre viene esaminata la richiesta, la persona può partecipare ai corsi di lingua e a percorsi di formazione professionale, poiché il principio di base è che prima il migrante inizia a lavorare, prima inizia a pagare le tasse. Un metodo intelligente che ovviamente ha già iniziato a dare i propri frutti visto e considerato che quasi il 60% degli immigrati arrivati nel Paese negli ultimi 5-6 anni ha già un posto fisso di lavoro. Cosa fa Invece Giorgia Meloni in questo suo crescente delirio di onnipotenza? Conscia del fatto che il famigerato “blocco navale” a lungo sbandierato nei deliranti sproloqui ai tempi dell’opposizione non sarebbe stato neanche lontanamente immaginabile, ha visto bene di siglare un accordo folle con l’Albania per dar vita a una “Guantanamo italiana” in cui spedire come un pacco poche migliaia di migranti a fronte delle centinaia che arrivano ogni anno sulle nostre coste. Una trovata che, manco a dirlo, è già stata dichiarata incostituzionale da gran parte dei nostri giuristi ma che nasce col doppio intento di essere da un lato un’ennesima arma di distrazione di massa, per coprire tutti i danni che sta facendo questo governo, e dall’altro come trovata pubblicitaria in vista delle elezioni europee. Come sempre a farne le spese, oltre a queste povere persone che si vedranno private dei propri diritti sanciti dalle Convenzioni internazionali, saremo noi cittadini per i costi ingenti di questa assurda soluzione-fuffa che oltre a non risolvere niente costerà alla spesa pubblica ben 16,5 milioni di euro solo come primo acconto!
A proposito di discriminazioni, stasera c’è la finale di Miss Italia. Sei stata bloccata sui social da Patrizia Mirigliani dopo l’intervista che hai rilasciato a MOW…
Dopo l’intervista con voi (ripresa poi anche dai microfoni de La Zanzara e da tante altre testate), in cui l’accusavo di essere ipocrita e incoerente, mi ha bloccata sui social, dimostrando grande maturità e predisposizione all’ascolto. Evidentemente le è bruciato il fatto che io le ho dimostrato, come tante altre persone trans che si sono potute iscrivere, me compresa, ovviamente con i documenti quelli ufficiali in cui è riportata la dicitura “femmina”, che non è lei a poter decidere quale tipologia di donna è più donna delle altre. Se è inclusiva lo deve essere a 360 °, altrimenti non sbandierare questa grande apertura, perché se sei inclusiva o lo sei con tutti o non lo sei con nessuno. Dato che le ho ricordato anche che nel 2014 aveva asserito di avere l'intenzione di aprire le porte del concorso anche alle donne trans, evidentemente averle ricordato la propria incoerenza, le ha dato fastidio. Negli ultimi anni ha fatto entrare tutte: donne incinte, donne di colore, donne con degli handicap, donne curvy… cioè manchiamo solo noi. Questo mi ha fatto sospettare che dietro a questa scelta ci fosse un occhiolino da strizzare al nuovo Governo che forse che le aveva promesso la prima serata su Rai Uno dopo tanti anni di oblio. Perché ricordiamoci che Miss Italia già da più di dieci anni era prima sparita su La7 e poi addirittura dalla televisione stessa.
Addirittura, pensiamo a un complotto?
Evidentemente fare un piacere a Giorgia e company le avrebbe consentito di tornare a parlare di questo evento che ormai gli italiani non si ricordavano più. Oltretutto, la polemica creata e mirata alle concorrenti trans l'aveva generata lei perché era stata lei a raccontare di averne escluse un paio dalle selezioni in quanto aveva scoperto che fossero trans. Ma era stata lei a creare tutta la polemica perché le serviva chiaramente un argomento per far circolare la voce del suo ritorno. Poi è stato inutile andare nei programmi a fare la vittima quando in realtà era l'unica carnefice e bloccarmi ha dimostrato secondo me poca sinceramente maturità e poca apertura al progresso.
Stasera ci sarà il nostro amico Cruciani a Miss Italia, che ne pensi?
Si il mio amico Giuseppe appunto sarà giudice a questo concorso retrogrado di Miss Italia (inclusivo solo con chi vuole) e dovrà dimostrare di essere un progressista libertario, come ama definirsi e avere il coraggio di promuovere l’inclusione vera e valida per tutte le donne, comprese quelle transgender.
Ma c’è altro per cui hai discusso con Cruciani…
Con Giuseppe sono arrabbiata perché trovo ignobile prestarsi a fare il moderatore a un evento di presentazione dell’abominevole libro del generale Vannacci. Qui non c’entra l’essere libertario perché non c’è nulla che possa giustificare il diritto all’odio e alla libertà di insulto di cui questo signore si fa portavoce (peraltro totalmente incompatibile non solo con il ruolo che ricopre, ma anche con i valori costituzionali e i principi democratici della Repubblica per cui lavora). Questo libro è un ricettacolo di cattiveria, ignoranza e discriminazione e mi spiace che Giuseppe, che stimo molto e che ritengo un grande professionista, con la sua presenza, contribuisca alla pubblicità di chi è diventato noto per idee razziste, omofobe, misogine che lui ovviamente ha già dichiarato più volte di non condividere. So che è una scelta di business, ma deve imparare che l’etica e la sensibilità umana sono molto più preziose e non si possono comprare. Vorrei che tutti sapessero che il tanto virile e impavido generale Vannacci ha chiesto espressamente che fosse cancellata la mia presenza da un talk politico in cui avrebbe dovuto confrontarsi con me… Forse aveva la coda di paglia dopo l’intervista rilasciata a MOW in cui raccontavo le prodezze maschie dei suoi colleghi militari nelle caserme da lui gestite. Io in quanto transessuale, animalista, vegetariana, ecologista e femminista convinta, sono fiera di incarnare esattamente tutto ciò che il generale vorrebbe annientare con la sua medievale crociata. Io sono l’anti Vannacci per antonomasia (mi manca solo la pelle scura che toccava di nascosto nella metro per sentire se fosse uguale alla nostra) e rappresento il futuro in cui voglio vivere, un futuro fatto di uguaglianza, pluralità , rispetto e libertà.