Tiene ancora banco il giallo relativo alla morte di Pierina Paganelli, l’ex infermiera in pensione uccisa poco dopo le ore 22 dello scorso 3 ottobre 2023 a Rimini, nei garage sotterranei di una palazzina di via del Ciclamino dove abitava. Pierina, testimone di Geova, stava rientrando dalla consueta adunanza religiosa settimanale. Nel vortice dei sospettati per il delitto sono finiti fin da subito le persone a lei vicine. In particolare, Manuela Bianchi, la nuora di Pierina, suo fratello, Loris Bianchi, il vicino di casa, Louis Dassilva, e sua moglie Valeria Bartolucci. Dopo l’omicidio di Pierina, infatti, nell’occhio del ciclone è finita la relazione extraconiugale tra Manuela Bianchi, sposata con Giuliano Saponi, il figlio della vittima, ed il vicino di casa Louis Dassilva sposato con l’amica di Manuela, Valeria Bartolucci. Tra varie indiscrezioni e smentite delle ultime ore, sembrerebbe essere stata isolata sul cadavere di Pierina una traccia genetica non riconducibile a nessuno dei quattro sospettati. Sempre che una simile notizia venga confermata nelle opportune sedi, questa sarebbe in automatico riconducibile all’assassino? Andiamo per gradi.
In genetica forense, la presenza di un Dna su un cadavere può essere riconducibile a diversi scenari. Ad esempio, potrebbe essere il risultato di un contatto precedente tra la vittima e la persona la cui traccia genetica è stata trovata. Inoltre, la trasmissione del materiale genetico può avvenire anche attraverso mezzi indiretti, come la condivisione di ambienti o oggetti. L’analisi della scena del crimine si basa su di un principio cristallizzato da Edmund Locard nel 1910. Un principio che afferma che quando due oggetti entrano in contatto tra loro, ne deriva un trasferimento di materiale dall'oggetto A all'oggetto B o viceversa, oppure si verifica un trasferimento reciproco. Dunque, ogni criminale lascia sulla scena delle tracce di sé, e di ogni scena resta traccia sul criminale che si è mosso al suo interno. In maniera più semplice, ogni contatto lascia una traccia. Applichiamo questo principio al delitto della Paganelli. La sera in cui quest’ultima è stata uccisa era stata a contatto con gli altri appartenenti alla congregazione dei Testimoni di Geova. La donna infatti stava rientrando dalla consueta partecipazione all’ adunanza settimanale. Pertanto, stando al principio di Locard, quella traccia dovrà essere necessariamente contestualizzata e il suo rilascio dovrà essere attribuito con certezza alla dinamica omicidiaria.
Dal punto di vista vittimologico, Pierina era una vittima a basso rischio. Aveva una vita specchiata divisa tra la famiglia di sangue e quella di culto. La risposta è quindi da ricercare in uno di questi due ambienti. La Paganelli è stata uccisa con ventinove coltellate, ma solamente quattro sono state quelle fatali. Un overkilling, un eccesso di violenza spiegabile solamente con un risentimento incontenibile. ln soldoni, le restanti venticinque coltellate sono state esclusivamente odio. Chi ha agito lo ha fatto muovendosi in uno spazio condiviso all’interno di un edificio residenziale, sapendo che difficilmente qualcuno avrebbe potuto scoprirlo durante la fase omicidiaria. E ciò perché era noto tra gli abitanti del palazzo che nessuno, forse al di fuori di Pierina, utilizzava il garage del via del Ciclamino per parcheggiare la propria abitazione. Indubbiamente, per vederci più chiaro e capire se davvero la presunta aggressione ai danni di Giuliano Saponi è collegabile all’omicidio della madre, potrebbero essere dirimenti i frame che ritraggono il furgone bianco che lo avrebbe travolto. In quel contesto, risalire alla targa del mezzo, e quindi scoprire chi ne è il proprietario, potrebbe essere un buon inizio per stabilire un ipotetico collegamento tra i due fatti. Lo stesso Giuliano che, in un’intervista esclusiva rilasciata a Storie Italiane, ha detto non solo che la scoperta del colpevole sarà in grado di sorprendere. Il figlio della Paganelli ha anche ribadito sia il risentimento che si è celato dietro l’omicidio della madre Pierina, sia il fatto che il suo assassino conosceva le sue abitudini, i suoi impegni e tutti i suoi spostamenti. Ma anche che il suo cadavere sarebbe stato rinvenuto non prima dell’indomani mattina. Così, il suo assassino ha consapevolmente accumulato un notevole vantaggio all’assassino rispetto agli investigatori.