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Omicidio di Pierina Paganelli, tra adulterio, testimoni di Geova, coltellate e telecamere evitate: l'assassino ha lasciato poche tracce ma ecco perché verrà inchiodato

  • di Anna Vagli Anna Vagli

15 dicembre 2023

Omicidio di Pierina Paganelli, tra adulterio, testimoni di Geova, coltellate e telecamere evitate: l'assassino ha lasciato poche tracce ma ecco perché verrà inchiodato
L’assassino di Pierina Paganelli, l’ex infermiera uccisa a Rimini lo scorso 3 ottobre, non solo ha premeditato tutto, ma sapeva anche come muoversi per evitare le telecamere e come non lasciare segni del suo passaggio. Infatti, secondo le ultime indiscrezioni, il materiale genetico rilasciato da chi ha ucciso Pierina sul cadavere sarebbe esiguo. Ci troviamo di fronte a un killer esperto? Secondo la criminologa Anna Vagli la risposta è no, ma a uccidere Pierina deve essere stata una persona che conosceva bene la “regola base” per commettere un omicidio: cercare di non lasciare traccia…

di Anna Vagli Anna Vagli

Diventa sempre più fitta la geografia criminale che ruota attorno al delitto di Pierina Paganelli, l’ex infermiera in pensione uccisa a Rimini la sera del 3 ottobre 2023 nel garage del condominio di via del Ciclamino dove abitava. Emergono nuove indiscrezioni, tra cui quella di una pista ben delineata dagli inquirenti che, a mio modo di vedere, non è mai cambiata rispetto a quella iniziale. Adesso c’è comunque più materiale. Il quantitativo di DNA rilasciato dall’offender sul cadavere di Pierina sarebbe esiguo, irrilevante. Questo significa che abbiamo a che fare con l’attività di un assassino esperto ed estraneo alla cerchia di persone vicine alla settantottenne? Non proprio. E il perché non è difficile da comprendere. Purtroppo, con l’informazione, le serie televisive ed i pareri degli esperti, ormai tutti (o quasi) sanno che indossare guanti è la prima regola per cercare di non lasciare tracce genetiche. E quindi per tentare di non essere scoperti. Dunque, se queste indiscrezioni verranno confermate, il fatto che sul cadavere di Pierina siano state isolate componenti biologiche, di per sé insufficienti per essere ricondotte ad un determinato soggetto, significa solamente una cosa. Chi ha ucciso la pensionata ha usato indumenti protettivi. Difatti, gli indumenti come guanti, maschere o tute possono agire come barriere fisiche che impediscono il contatto diretto della pelle con l'ambiente circostante. Di conseguenza, si riduce in maniera drastica e dunque significativa la possibilità che le cellule contenenti il Dna dell'aggressore vengano depositate sulla scena del crimine e sui resti stessi. 

Pierina Paganelli
Pierina Paganelli

Senza contare che, in questo caso, l’offender ha avuto tutto il tempo per occultare le prove considerando l’ampio lasso temporale tra la consumazione del delitto ed il rinvenimento del corpo di Pierina avvenuto moltissime ore dopo. Vale a dire la mattina successiva, intorno alle 08.30 del 4 ottobre scorso. In tutti questi anni sulla scena del crimine ho imparato un principio fondamentale. La decisione di uccidere scaturisce sempre dalla volontà di risolvere un problema. Non importa che a noi sembri un problema più o meno importante o più o meno ragionevole. Ciò che conta è solo il punto di vista dell’assassino. Chi poteva pertanto avere interesse ad uccidere Pierina? Nessuno, almeno a quanto è a noi noto, sarebbe indagato. E tutti i condizionali, lo ripeto, sono d’obbligo. Ma Pierina è stata uccisa in un momento ben preciso. La sera prima che gli anziani del regno dei testimoni di Geova decidessero in merito alla sua permanenza, visto il consumato adulterio, e una settimana prima che Giuliano Saponi, il marito di Manuela, venisse dimesso dall’ospedale. Manuela aveva una relazione extra coniugale con il vicino di casa Louis Dassilva, marito dell’amica Valeria, che peraltro non apparteneva ai testimoni di Geova. Inoltre, l’omicidio di Pierina si è consumato intorno alle 22.15 del 3 ottobre 2023. In quei concitati momenti Manuela inviava messaggi a Louis nei quali paventava la sua preoccupazione in ordine alla decisione da parte degli anziani del regno. Attenzione. C’è molto altro.

Chi ha ucciso la settantottenne conosceva molto bene come muoversi e ben sapeva dove non c’erano le telecamere che avrebbero potuto immortalare l’omicidio. Ma non solo. L’offender sapeva benissimo che il garage non era frequentato e che difficilmente il cadavere della donna sarebbe stato rinvenuto in poco tempo. Informazioni che potevano essere note solamente a chi frequentava il condominio di via del Ciclamino. L’assassino, o chi per lui, ha premeditato tutto. Qualcuno ha parlato di sicario. Io credo poco in verità alla questione sicario anche perché ventinove coltellate nei confronti di una donna anziana sono sicuramente un’overkilling. Il fatto di inveire con così tanta ferocia sul corpo di una donna di quell’età non ha niente a che fare con la sola finalità di perpetrare l’omicidio. Al contrario, rappresenta esclusivamente un odio particolarmente significativo che difficilmente può essere riconducibile all’attività di un sicario. Tirando le fila. Il delitto perfetto non esiste, al massimo resta impunito. E neppure le coincidenze esistono sulla scena del crimine. Ormai lo sapete. Presto scatteranno gli avvisi di garanzia.

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