La sentenza, finalmente, è arrivata: Alessandro Impagnatiello è stato condannato all'ergastolo. Così si è pronunciata in primo grado la Corte d'Assise di Milano oggi lunedì 25 novembre, proprio nella giornata contro la violenza sulle donne: nei confronti di Impagnatiello i giudici hanno riconosciuto l'aggravante della premeditazione, della crudeltà e del rapporto di convivenza, con sola esclusione dei futili motivi. L’assassino di Giulia Tramontano, a cui ha tolto la vita nel maggio del 2023 mentre era al settimo mese di gravidanza, è stato condannato anche a tre mesi di isolamento e a risarcire con 400mila euro i genitori della sua ex fidanzata, e con 150mila euro a testa il fratello e la sorella di Giulia. Si è dibattuto anche delle due altre imputazioni: occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Motivo per cui all’ergastolo aggiungono anche 7 anni di reclusione per questi due reati.
Impagnatiello è stato sottoposto a una perizia psichiatrica che ha mostrato la presenza di un disturbo narcisistico ma che non ha leso, in alcun modo, la sua capacità di intendere e di volere al momento del delitto. Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia Tramontano: “Abbiamo sempre ritenuto l'ergastolo l'unica sanzione possibile. Aldilà del dolore immenso, ricevere formalmente il riconoscimento del massimo della responsabilità, secondo quella che è la giustizia degli uomini, per i familiari è una consolazione relativa, perché evita almeno una beffa". Queste le parole di Chiara Tramontano, sorella della vittima: “Giulia è una mamma uccisa dal suo compagno, ma per noi è anche una donna di coraggio che magari stimoli le donne che vivono in circostanze di vessazione e paura ad andare via prima. Se da questo potrà nascere qualcosa per aiutare le altre donne faremo il possibile. Il suo nome è libertà, coraggio e determinazione".