Il caso di Liliana Resinovich, la donna scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta il 5 gennaio 2022, continua a sollevare interrogativi. Durante la puntata di Chi l’ha visto? il fratello della vittima, Sergio, ha espresso forti dubbi sulla vicenda. Durante la trasmissione in onda su Rai3 ha raccontato che, non appena fu trovato il corpo della sorella, si oppose alla cremazione, decidendo di non farla cremare senza prima aver effettuato ulteriori indagini sul corpo. Una decisione che, a suo avviso, si è rivelata cruciale per le indagini. Sergio Resinovich ha poi parlato di alcune circostanze strane relative alla GoPro appartenente al marito della sorella, Sebastiano Visintin. Secondo il racconto del fratello della vittima, tra il 26 e il 28 novembre 2021, si accorse che nel dispositivo era stata installata una nuova applicazione, richiesta proprio dal marito di Liliana. Una mossa che gli è sembrata sospetta, visto che la GoPro era già in funzione da tempo. Un altro dettaglio che ha sollevato perplessità riguarda un video girato da Visintin il 14 dicembre, giorno della scomparsa della donna. In questo filmato, che mostra il marito in una gita in bicicletta sul Carso, si nota che un percorso di 800 metri viene coperto in soli 13 secondi. Impossibile, secondo il fratello di Liliana, percorrere tale distanza in bicicletta in un tempo così breve.


Il marito di Liliana, Sebastiano Visentin, ha sempre dichiarato di non avere nulla da nascondere, confermando il suo alibi. Racconta che, quella mattina, aveva terminato dei lavori e stava utilizzando la GoPro per fare delle riprese in bicicletta della città, tra le 12:16 e le 13:33. Tuttavia, i filmati sembrano mostrare delle incongruenze: la distanza tra i vari video, infatti, non corrisponde al tempo che ci vorrebbe per percorrerla, creando dubbi sulla veridicità dell’alibi. Ad esempio, il passaggio dalla Piazza della Borsa alle 12:30 sembra essere in contrasto con il suono di una campana che suona con un orario diverso rispetto a quello segnato dalla GoPro. Una discrepanza che solleva ulteriori interrogativi: è possibile che la GoPro fosse impostata male o che la campana avesse un errore nel suono. Nonostante queste stranezze, Visintin non è mai stato indagato, ma i familiari di Liliana Resinovich continuano a nutrire dubbi sul suo coinvolgimento. Le contraddizioni nei filmati e nelle testimonianze sollevano più di una perplessità, lasciando il caso sospeso in un clima di incertezze che, a oltre due anni dalla morte della donna, sembra non trovare ancora risposte definitive.

