Sono passati oltre tre anni da quando Liliana Resinovich, 63 anni, è scomparsa nel centro di Trieste, il 14 dicembre 2021. Il suo corpo, rinvenuto il 5 gennaio 2022, ha sollevato domande rimaste a lungo senza risposta, e oggi, a distanza di tempo, l’intero caso è ancora avvolto nel mistero. A fare chiarezza, forse, sarà l'ultima perizia dell’antropologa forense Cristina Cattaneo, con la riesumazione della vittima nel febbraio 2024. La sua analisi, infatti, non fa che alimentare i dubbi su una morte che finora è stata archiviata come suicidio, ma che potrebbe nascondere ben altro. Quando il corpo di Liliana fu ritrovato, la scena era agghiacciante: la testa infilata in due sacchetti di plastica trasparenti e il corpo avvolto in sacchi neri da rifiuti. L’autopsia, eseguita nel 2022, indicava come causa del decesso un soffocamento dovuto ai sacchetti di nylon. L’ipotesi era che Liliana si fosse suicidata, un’interpretazione che non ha mai convinto del tutto, tanto che il Gip, su richiesta degli investigatori, ha disposto una seconda autopsia. E proprio questa seconda perizia ha rivelato un quadro più complesso: sebbene anche in questo caso si confermi la morte per asfissia, emergono segni di lesioni sul corpo che suggerirebbero una violenza precedente alla morte. Le lesioni sollevano nuovi interrogativi, soprattutto per quanto riguarda la tempistica del decesso: se la prima autopsia aveva stabilito che la morte fosse avvenuta tra le 48 e le 60 ore prima del ritrovamento (intorno ai primi giorni di gennaio), la seconda perizia ha indicato una morte che risalirebbe invece alla data della scomparsa, ovvero il 14 dicembre 2021. Questo cambia radicalmente la situazione: come e dove sarebbe stato tenuto il corpo per oltre due settimane? Un altro elemento che complica ulteriormente le indagini è l'assenza di impronte digitali sui sacchetti, né della vittima né di altre persone. Secondo gli inquirenti, la mattina della scomparsa Liliana aveva scritto al suo amico speciale, Claudio Sterpin, per avvisarlo del ritardo. La conversazione avvenuta alle 8.22 mostra che la donna si stava dirigendo verso casa di Sterpin, 82 anni. Sebastiano Visintin, il marito di Liliana, ha sempre sostenuto di non aver mai sospettato nulla, ma alcuni conoscenti avevano parlato di una crisi profonda nel loro matrimonio.


Liliana aveva incontrato Sebastiano nel 1995, ma non aveva mai raccontato a lui del suo passato con Sterpin. Quest’ultimo, a sua volta, ha più volte sottolineato che la sua ex compagna non si è suicidata. Secondo lui, il corpo di Liliana mostrava segni di violenza, come evidenziato dalle foto in un faldone giudiziario che ha visto. “Era evidente che era stata malmenata”, ha dichiarato, evidenziando come il segno di un soffocamento non corrisponderebbe a quello di un cuscino sulla bocca, come invece suggerito dalla teoria iniziale del suicidio. Inoltre, Sterpin ha notato che dal suo appartamento mancava un cuscino, un dettaglio che potrebbe rivelarsi cruciale, sebbene rimanga solo una sua ipotesi. Il testimone chiave potrebbe essere proprio Claudio Sterpin, con il quale Liliana sembrava avere un legame che, seppur terminato da tempo, si stava riaccendendo. Secondo Sterpin, infatti, i due avevano progettato di vivere insieme, con un weekend pianificato proprio intorno al 19 dicembre, per celebrare il giorno del loro primo incontro. Una coincidenza che solleva interrogativi sulla possibile motivazione dietro la morte di Liliana, che all'apparenza sembrava aver ripreso una parte della sua vita, quella che le era mancata per tanto tempo. La relazione con Sterpin, insomma, potrebbe aver giocato un ruolo chiave nella sua morte. L’ipotesi più inquietante riguarda proprio questa storia d’amore segreta e le dinamiche di violenza che potrebbero essersi consumate tra le mura di casa di Liliana, prima della sua morte. Resta, però, un mistero: chi ha agito? E, soprattutto, perché? Sebastiano Visintin, il marito, si è sempre dichiarato innocente e ha negato ogni coinvolgimento nella morte della moglie. Tuttavia, con tutte le nuove scoperte, le indagini si stanno lentamente concentrando su un possibile omicidio, e non su un suicidio come inizialmente pensato. Il caso di Liliana Resinovich, quindi, si arricchisce di nuovi dubbi, nuove piste, e nuove persone che potrebbero essere coinvolte. La verità sembra essere lontana e difficile da raggiungere, ma il cerchio si sta stringendo. Gli inquirenti ora hanno la seconda autopsia e una serie di indizi che potrebbero finalmente rivelare cosa è realmente successo quella mattina di dicembre.

