Non c’è ancora un epilogo per il giallo della morte di Liliana Resinovich, il cui corpo senza vita è stato trovato ormai tre anni fa nel parchetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste, non lontano dalla casa in cui abitava insieme al marito Sebastiano. È attesa per la metà del mese di febbraio la seconda perizia medico legale, con cui si tenterà di far luce sui numerosi punti oscuri che costellano l’omicidio. Il più importante è stabilire se Liliana sia stata uccisa subito dopo la scomparsa o poco prima che il suo cadavere venisse ritrovato. Su questo aspetto è tornato a parlare Fulvio Covalero, amico di Liliana Resinovich: “Ho sempre detto che si è trattato di un incidente, perché secondo me nessuno voleva uccidere Liliana. È stata aggredita, portata via da lì e messa da qualche altra parte. Sono così sicuro perché io non mi occupo dei fatti criminali, io ho analizzato la questione di Liliana perché era una persona che conoscevo già da molti anni, era un'amica, e non mi è piaciuto il modo in cui lei è sparita. Nel tempo quelle che sono state le mie previsioni sono state via via confermate”.
L’amico di Liliana, prima del ritrovamento, annunciò su Facebook che stava andando a cercarla: “Io ho scritto quel post il primo gennaio su Facebook. Liliana non era stata ancora trovata. Ha girato parecchio quel post. Liliana sarebbe stata trovata cinque giorni dopo, a 50 metri da dove io l'avevo cercata. No, non può essere un caso”. E ancora Fulvio Covalero: “Io ero convinto da subito che Liliana era morta. Tutto il mio percorso mentale che mi ha fatto giungere a certe conclusioni viene fuori dall'interviste che sono state fatte in precedenza, quando Liliana ancora non si trovava. Io avevo da subito le idee precise di cosa poteva essere successo”. Questa la teoria dell’amico: “C’è stata la volontà di far ritrovare il corpo, è evidente che avrebbe fatto comodo a Sebastiano per questioni riguardanti la pensione e tutto il resto ma bisogna capire se faceva comodo anche ad altri”.