"È tutto falso". Ha esordito così Sebastiano Visintin nell’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, rispondendo alla domanda sui sospetti che lo circondano a tre anni dalla scomparsa di Liliana Resinovich. Secondo alcuni, Liliana avrebbe programmato un weekend con Claudio Sterpin, che viene descritto come un "amico speciale", e avrebbe deciso di rivelare al marito la loro relazione, scatenando una reazione violenta. "Io non ho mai saputo che loro si frequentassero, pensavo che Lilly andasse solo a stirargli le camicie" ha affermato nell’intervista Visintin. E sulle dichiarazioni del fratello di Liliana, secondo cui solo lui avrebbe avuto interesse a far ritrovare il corpo invece di farlo sparire, Visintin ha risposto: "Ma è quello che dico anch'io: se davvero è stata uccisa che senso ha la messinscena con sacchi, sacchetti, cordino, e perché portare Lilly in quel boschetto con il rischio di essere visti?". All'ipotesi che la messinscena potesse servire a simulare un suicidio per disporre dei beni della donna eredità e pensione, Visintin ha risposto: “E io ammazzo mia moglie per la pensione? Ma per favore”.

E per quanto riguarda la riapertura del caso? Visintin nell’intervista si è detto favorevole. “Anch’io sono alla ricerca della verità e quindi penso sia importante. E sull’eventuale presenza di un assassino in libertà, Sebastiano Visintin ha sollevato dei dubbi: “Non ho nomi ma solo stranezze e parlo di Sterpin: qualche giorno prima del ritrovamento si trovava a cento metri da lì e l’indomani è andato in Questura a indicare proprio quel posto”. Sulle accuse reciproche tra lui e Sterpin, e sulla possibilità che da casa sua manchi un cuscino che potrebbe essere stato usato per soffocare Liliana, Visintin è sembrato categorico: "Ma no, il cuscino c'è sempre". Il marito di Liliana Resinovich ha poi parlato della possibilità di essere indagato (“e vabbé, spero di non essere il solo”), dell’ipotesi del suicicio (“Per me non è esclusa ma vorrei ricordare che noi c’eravamo opposti all’archiviazione per sucidio”) e della sovraesposizione mediatica. “Io non ho nulla da nascondere e sento altri parere che possono aiutarmi a capire cosa può essere successo… Fra un paio di settimane ho anche un processo dove sono imputato di diffamazione aggravata, cinque querele tutte insieme, me le ha fatte la stessa persona: Salvo (vicino di casa della coppia, che si sarebbe sentito diffamato da Visintin che avrebbe fatto intendere che sarebbe entrato in casa, la sera della scomparsa di Liliana, portando via qualcosa)”.
