C’è un oggetto che non ha mai smesso di fare rumore. Un braccialetto nero, comprato anni fa in Grecia, con motivi geometrici gialli e azzurri. Liliana Resinovich, la pensionata scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta il 5 gennaio successivo, non se ne separava mai. Mai, nemmeno quando fu costretta a tagliarlo per un intervento alla mano, salvo poi riannodarlo per tenerlo con sé. E adesso, quel simbolo d’unione, ritorna: sporco, tagliato, e, dettaglio che fa rabbrividire, ancora umido. A raccontarlo è il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, in un’intervista pubblicata dal settimanale Giallo. «Liliana lo indossava sempre. Era un simbolo tra lei, mia moglie e mia figlia. Quando lo trovai, era tagliato di nuovo e bagnato. Mi ha insospettito». L’ha detto, l’ha portato in Questura e lo ha consegnato agli inquirenti poco dopo il ritrovamento del corpo della sorella, quando tra lui e il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, i rapporti erano ancora civili. Un tempo lontano. Oggi Visintin è l’unico indagato. E quel braccialetto, dimenticato e poi riesumato come un reperto sacro, è finito nel mirino della Procura. Potrebbe essere sottoposto a incidente probatorio: si vuole capire se sia stato tagliato con uno dei coltelli o forbici sequestrati a casa di Sebastiano.

O se contenga tracce ambientali capaci di collegarlo a un luogo specifico. Per esempio l’ex magazzino di via Donadoni, dove Visintin affilava coltelli, o il roseto dell’ex ospedale psichiatrico, a due passi dal punto in cui fu trovato il cadavere. Sergio lo ricorda bene il momento in cui quel braccialetto è ricomparso: «Pochi giorni prima del funerale, Sebastiano ci disse: "Venite a casa mia e prendete le cose di Liliana, altrimenti butto tutto"». Lui e la cugina Silvia Radin andarono. Presero alcune fotografie, orecchini, una scatola con bigiotteria. E lì, tra gli oggetti di una vita dimezzata, spuntò il bracciale. Bagnato. Segnato. Forse un messaggio. Ora l’inchiesta prende una nuova piega. Il 23 giugno sarà ascoltato l’amante di Liliana, Claudio Sterpin, in incidente probatorio. Intanto, le immagini pubblicate da Sebastiano il 18 e 21 maggio su Facebook la mostrano proprio lì, tra le rose, nel roseto oggi sotto osservazione. Le aveva scattate lui. E il 27 maggio è partita la richiesta per l’incidente probatorio. Sergio non si fida più: «Per me il movente non è solo passionale. È anche economico. Sebastiano non avrebbe mai accettato che Liliana se ne andasse. Ha preso in giro tutti». Ma quel braccialetto, dice lui, non mente. Non dimentica. E adesso potrebbe parlare davvero.

