A Chi l’ha visto? si è riaperto il vaso di Pandora sul caso di Liliana Resinovich. E dentro, stavolta, ci sono dei cordini. Non metaforici, ma veri: come quello stretto intorno al collo di Liliana, come quelli apparsi — all’improvviso — nella cucina del marito, Sebastiano Visintin. La puntata del 30 aprile ha rimesso sotto i riflettori l’unico indagato per la morte della donna scomparsa a Trieste e ritrovata cadavere tra le sterpaglie. Il punto? Un dettaglio che potrebbe non essere così secondario: il cordino in canapa. Uno simile, forse identico, era nel cassetto di casa Visintin. Ed è lì che entra in scena Chiara Ingrosso, giornalista già vista a “Far West” e “Quarto Grado”, che racconta in diretta di essere stata presente al momento della "scoperta". Secondo la sua versione, era l’11 marzo 2022, due mesi dopo il ritrovamento del corpo. Sebastiano, con apparente nonchalance, le chiede: “Com’era fatto il cordino trovato con Liliana?” Poi aggiunge: “Sono come quelli nel cassetto.” La giornalista apre il cassetto: tre matasse. Non una. Non un ricordo impolverato. Tre. “Com’è possibile?”, si chiede.


La casa era già stata ispezionata dalla scientifica. Visintin si difende: lui quei cordini non li aveva mai notati prima. Mai toccati. Ingrosso lo sprona a portarli in questura. Ma lui sparisce. Ritorna solo il 16 marzo e nel frattempo, racconta lei, le chiede un favore: “Per favore, dì che sei stata tu ad aprire quel cassetto cercando una penna.” Tentativo maldestro di riscrivere la realtà? Lei rifiuta. E lo dice in diretta tv. Come se non bastasse, riemerge anche il mistero dell’uomo con la coppola. Un testimone racconta di averlo visto aggirarsi con una torcia in mano nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico poco prima del ritrovamento del corpo. “Aveva la barba bianca, un berretto scuro e camminava col fascio di luce puntato a terra.” Un’apparizione inquietante. Un altro tassello di un puzzle che, tre anni dopo, sembra solo più contorto.

