A Quarto grado si parla ancora dell’omicidio di Liliana Resinovich, il cui corpo è stato scoperto senza vita il 5 gennaio 2022 in un bosco di Trieste dopo ventuno giorni di ricerche. A intervenire ancora una volta è la cugina, Silvia Radin, in un’intervista esclusiva per il programma. Da tempo Radin crede che la morte di Liliana sia stata la conseguenza di una lite degenerata, che probabilmente avrebbe potuto avere un esito diverso se, in un secondo momento, qualcuno non avesse scelto di lasciare morire Lilly. Ora però, guardando ai progressi nelle indagini, si è detta fiduciosa: “Già da quello che è uscito finora in pratica ci stanno dando ragione, quando dicevamo che Liliana non si è suicidata, ma che era stata picchiata”. Secondo il medico legale Vittorio Fineschi, l’aggresione avrebbe coinvolto, oltre Liliana, solo un’altra persona. E su questo Radin ha le idee chiare: “Se lo dice il professor Finenschi non possono mettere in dubbio. Oltretutto lei era una persona piccola. Secondo me non è difficile prenderla anche alla sprovvista, forse alle spalle. Forse la persona non l’ha vista neanche in faccia quando l’ha aggredita, perché sicuramente si sarò girata per andarsene. Io dico che il seguito è stato aiutato da qualcuno, in seguito più persone”.
Ma in un secondo momento altri sarebbero intervenuti: “Liliana magari è caduta per terra, visto che ha la botta sulla tempia, è svenuta o si è sentita male, poi chi l’ha aggredita può essersi spaventato, magari non sapeva cosa fare. Ma perché qualcuno gli ha suggerito di inscenare il suicidio? Non potevano chiamare la Croce Rossa e portarla in ospedale? Soccorrerla?” Secondo la vicina Gabriella Micheli, la vicina di Liliana, ritiene invece che chi ha aggredito e ucciso la donna avesse indubbie competenze mediche. Ma si trattava, per questo di un medico? Secondo Radin no: “Più facile un oss o un’infermiera”. E sarebbe chiaro da un fatto: “Era pulita, anche i vestiti”. Si torna anche a parlare di Claudio Sterpin, “l’amico speciale” di Liliana che in molti hanno criticato empatizzando con il marito di Liliana, Sebastiano Visintin. Per Silvia, tuttavia, Claudio non era semplicemente l’amante: “In quel momento aveva bisogno di una spalla per uscire dal circolo vizioso che era Sebastiano. Non era solo sesso. Se non amore, c’era sicuramente un grande affetto, una grande complicità per iniziare insieme un nuovo percorso di vita”.