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Omicidio Liliana Resinovich, UNO ZAINO TIRATOLE ADDOSSO dal marito Sebastiano? Il racconto dell’albergatrice Jasmina fa cadere il mito della coppia felice: Visintin voleva minacciarla? Per questo le ha chiesto di andare a soccorrerlo in un posto isolato?

  • di Morena Zapparoli Funari Morena Zapparoli Funari

9 maggio 2025

Omicidio Liliana Resinovich, UNO ZAINO TIRATOLE ADDOSSO dal marito Sebastiano? Il racconto dell’albergatrice Jasmina fa cadere il mito della coppia felice:  Visintin voleva minacciarla? Per questo le ha chiesto di andare a soccorrerlo in un posto isolato?
Liliana Resinovich è morta da tre anni, ma il giallo di Trieste è ancora un groviglio di dubbi. Ora parla Jasmina, l’albergatrice che smonta il mito della coppia felice: letti separati, zaini lanciati e scenate mai raccontate. Eros, il camionista, racconta un episodio surreale: l’auto di Visintin “in panne” che in realtà andava benissimo. Intanto Sebastiano, ancora sotto indagine, resta il personaggio più inquietante di questa storia. La verità? Ancora nascosta dietro troppi silenzi e strane coincidenze…

di Morena Zapparoli Funari Morena Zapparoli Funari

Nonostante siano trascorsi più di 3 anni dalla morte di Liliana Resinovich, il giallo di Trieste sembra ancora lontano da una risoluzione definitiva. E ad occupare le cronache di queste ultime ore non c’è solo la dichiarazione del preparatore anatomico che sostiene di poter essere il responsabile della frattura alla vertebra della vittima, occorsa durante la fase preliminare della prima autopsia, ma anche la cristallizzazione delle dichiarazioni rese da due testimoni molto importanti, Jasmina ed Eros. Jasmina è un’albergatrice che in passato aveva ospitato presso la propria struttura ricettiva Lilly e Sebastiano durante le loro abituali gite, e aveva potuto notare comportamenti e atteggiamenti all’interno della coppia che magari ad altri conoscenti potevano essere sfuggiti. La donna, che aveva già rilasciato importanti dichiarazioni a trasmissioni come Mattino 5 e Quarto Grado, ora è stata finalmente sentita dagli inquirenti che hanno messo nero su bianco elementi che giocano un ruolo fondamentale nella comprensione del rapporto che intercorreva fra la vittima e suo marito, attualmente indagato per il suo omicidio. Jasmina ha raccontato di essere stata testimone diretta del fatto che tra Lilly e il marito non intercorresse affatto un rapporto a base di momenti idilliaci e romantici, come Visintin ha sempre palesato nelle innumerevoli occasioni in cui è stato interpellato dalla stampa. L’albergatrice ha narrato svariati episodi come quello riguardante una richiesta di Lilly di preparare due letti separati perché evidentemente non desiderava dormire a fianco del marito. Un sintomo di una crisi all’interno della coppia o di un legame arrivato al capolinea? E ancora di quando Lilly si era fermata a chiacchierare con lei e Sebastiano visibilmente spazientito, irritato e con un’espressione del volto inquietante aveva tirato addosso alla moglie uno zaino in segno di insofferenza e rabbia. Non proprio l’immagine di un rapporto da favola.

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich
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La donna si è poi soffermata su due episodi davvero strani avvenuti dopo la morte, il ritrovamento del cadavere e il funerale di Lilly. Il primo riguarda una reazione rabbiosa di Sebastiano che, a detta di Jasmina, avrebbe battuto il palmo della mano sul banco della reception quando l’albergatrice gli aveva fatto notare il suo atteggiamento poco cortese e tutt’altro che affettuoso verso la moglie, e lo scarso impegno nelle ricerche oltre che la mancanza di solerzia nella denuncia di scomparsa. Il secondo è una richiesta di assistenza alquanto stravagante da parte di Visintin che nell’agosto del 2022 chiamò Jasmina per chiederle di andarlo a prendere in un luogo dove era rimasto in panne con l’auto. Perché Sebastiano chiese proprio alla donna di andare a soccorrerlo in un sottopassaggio situato su una strada piuttosto isolata? Non sarebbe stato più logico chiamare un amico o conoscente, magari di sesso maschile, che abitasse più vicino alla zona in questione e disponesse degli attrezzi necessari a riavviare la vettura ? Ovviamente la richiesta ha destato sospetti e preoccupazione nella donna che ha scelto di non recarsi personalmente nel luogo indicatole da Visintin e, in sua vece, ha mandato un suo conoscente, un autotrasportatore di nome Eros, anch’egli sentito dai magistrati in seguito alle dichiarazioni fatte in tv. Quest’ultimo, interpellato dalle telecamere di Mattino 5, aveva raccontato che, una volta arrivato sul posto con i cavi di avviamento per la batteria, aveva appurato che l’auto di Visintin non aveva alcun problema ed era già in moto e lo stesso Visintin lo avrebbe congedato frettolosamente senza neppure ringraziarlo. Se a ciò aggiungiamo che in seguito Sebastiano si sarebbe recato da Jasmina per confidarle con aria di sfida che l’auto non aveva alcun problema, viene da chiedersi che intenzioni avesse Visintin nei confronti della donna. Voleva forse incontrarla in un luogo isolato per intimidirla o minacciarla? Se consideriamo il fatto che Visintin, stando sempre alla versione dell’albergatrice, a ridosso della scomparsa di Lilly, si sarebbe lasciato sfuggire la parola “incidente” per poi rimangiarsi balbettando confusamente ciò che aveva detto, il sospetto che Sebastiano volesse intimare alla donna di non raccontare ad altri ciò di cui era stata testimone pare essere molto di più di una semplice suggestione.

Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin
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