Nel seminterrato di un palazzo, il silenzio è stato rotto da un audio. Porte che sbattono, una serranda che si alza, passi. Rumori registrati qualche ora dopo l’omicidio di Pierina Paganelli, che potrebbero rimettere tutto in discussione. Perché se Louis Dassilva, il senegalese accusato del delitto, ha agito da solo, come dice la Procura, allora chi era lì, in quel box, dopo la morte? A riaccendere il caso è proprio quel file. E insieme a lui, i dettagli mai digeriti del corpo “ricomposto” della vittima: borsa riordinata, capelli pettinati. E soprattutto, abiti tagliati. La gonna e le mutande tagliate con precisione, come uno sfregio all’immagine della “signora perbene”. Gesto rituale? Rabbia? Di certo, qualcosa che richiede tempo. Forse troppo per un assassino solitario. Nel frattempo, le ombre su Dassilva si allungano. A cominciare dalla sua ex amante, Manuela Bianchi, sì, la nuora di Pierina, ora indagata per favoreggiamento. Prima dice di aver trovato lei il corpo. Poi cambia tutto: “Mi ha detto lui cosa dire”. E lo dice agli inquirenti. Che, nonostante i dubbi, ci credono.


Contro Dassilva ci sono altri indizi. Come quella frase captata in Questura: “Dimmi che non dobbiamo temere niente per questa cosa”. “Questa cosa” è l’omicidio. La risposta? “Non cambia niente fra noi”. Una conversazione buttata lì, ma che pesa come un macigno. O come le scarpe lavate di nascosto, quelle che portava la sera dell’omicidio. O ancora l’esultanza in carcere, fuori misura secondo la Procura, quando la moglie gli dice che il Dna non combacia con quello trovato sul corpo: se sei innocente, perché esulti? E il movente? Era scritto. Pierina, la suocera, sapeva troppo. E rischiava di far saltare il castello di bugie costruito da Louis e Manuela. A raccontarlo è proprio lei, l’amante: “Temeva che mia suocera potesse scoprire tutto. Una volta gli ho detto che magari ci seguiva un investigatore. Si è spaventato. Ma non del mio marito: di Pierina”. Una suocera troppo sveglia. Un’amante che vacilla. E un uomo che, forse, non era solo. Il delitto Paganelli è tutt’altro che chiuso. E ora c’è anche una voce dal buio a complicare tutto.

