“Ho provato a scuoterlo, non respirava e l’ho messo nel giardino”. Queste le parole di Chiara Petrolini, la 22enne accusata di omicidio volontario premeditato e soppressione dei suoi due neonati, partoriti a circa un anno di distanza l’uno dall’altro e trovati sepolti nel giardino della villetta dove viveva insieme alla sua famiglia a Traversetolo, in provincia di Parma. Dichiarazioni, queste, rese da Chiara durante l’interrogatorio del 10 settembre scorso, in cui ha dovuto rispondere a ciò che è avvenuto durante la nascita del primo bambino. Chiara al momento si trova agli arresti domiciliari, ma il Tribunale del Riesame ha disposto il carcere come misura cautelare.
Chiara ha raccontato di aver avuto le contrazioni e di aver partorito il bimbo a casa: “In camera di notte. Ho tagliato il cordone ombelicale”. Può essere questo gesto ad aver provocato la morte del piccolo? Un’emorragia, come il fratellino nato solo qualche mese più tardi. Secondo gli investigatori il primo bimbo sarebbe nato il 12 maggio 2023, ma Chiara dice di non ricordare il giorno con precisione: “Aveva gli occhi aperti, ma non emetteva suoni”. I genitori di Chiara sapevano quanto stesse accadendo? Le intercettazioni potrebbero dimostrare una loro eventuale inconsapevolezza: “Cosa hai fatto? Sei stata tu? Così si va in galera”.