“Vorrei dare una spiegazione a chi non se la dà. Il primo bacio (con Chiara, nda) è stato in discoteca, ma oggi è un ricordo sporcato. L’anno scorso, a settembre, quando ci siamo rimessi insieme mi sono tatuato sul polso il suo nome”. A parlare ai microfoni del programma Le Iene è Samuel, 21 anni, ex fidanzato di Chiara Petrolini, la 22enne di Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, accusata del doppio infanticidio dei suoi figli, i cui resti sono stati trovati nel giardino della villetta di famiglia della ragazza. Samuel è il padre di entrambi i piccoli e ha voluto raccontare personalmente la sua versione dei fatti sulla macabra vicenda che ha sconvolto l’Italia. Il volto è oscurato, per ragioni di privacy, ma il ragazzo, intervistato da Alice Martinelli commenta: “Prima che succedesse tutta questa cosa, nella relazione, lo str*nzo ero io, e lei quella che mi riportava sempre sulla strada giusta. Riusciva a tenermi dritto” dice a proposito di Chiara, “quello che ha fatto va contro la persona che era per me. Proprio l’esatto opposto di quello che è ora”. Visti i dettagli emersi dalle indagini delle ultime settimane, che hanno ricostruito che Chiara ha dato alla luce i due bambini, apparentemente da sola, continuando però nel frattempo a condurre una vita normale, con gli amici, la famiglia e il fidanzato, in moltissimi si sono chiesti come fosse possibile che nessuno, nemmeno il fidanzato, appunto, si fosse mai accorto delle gravidanze, della crescita della pancia o i cambi di umore e fisici che una donna incinta sviluppa fisiologicamente. “Lei era normale, non cambiava mai. Dal giorno che ci siamo fidanzati fino all’ultimo non l’ho mai vista cambiata, non l’ho mai vista star male. Non si notava nulla, né il seno, né la pancia, né il corpo, niente di niente. Neanche nei suoi atteggiamenti” ha dichiarato Samuel, aggiungendo anche “immagino che all’ottavo, al nono mese, avesse più paura che si potesse vedere la cosa o che comunque si potesse notare qualcosa, ma non notavi niente. Cambi d’umore? Era una maschera”.
Rispetto alla ricostruzione cronologica degli eventi, tra la nascita del primo e del secondo bambino, specifica anche che “tra il primo e il secondo bambino c’è stato un anno di stop, fino a che mi ha chiesto di rivederla, e io ci sono cascato un’altra volta. Però, allo stesso tempo penso che se non ci fossi mai cascato probabilmente non si sarebbe saputo nulla del primo bambino”. Le sue parole sembrano quelle di un ragazzo ingenuo, che non riesce a spiegarsi l’accaduto, e che fatica ad accettare che quegli orribili gesti siano stati compiuti proprio dalla sua fidanzata: “Non riesco a spiegarmi come sia successo. Non avevamo rapporti protetti, lei diceva che prendeva la pillola, lo diceva a me e lo diceva alle sue amiche. Poi, pian piano, ha cominciato a dire alle sue amiche che non la prendeva più” racconta ancora, asserendo che non ipotizzava nemmeno delle gravidanze dato che, non solo non si vedevano cambiamenti nel fisico di Chiara, ma era anche convinto che la ragazza usasse la pillola anticoncezionale.
Dopo l’esplosione del caso, in tanti, soprattutto nei dibattiti social, si sono chiesti se la versione del ragazzo, riportata precedentemente anche dalla madre del giovane, così come dal suo avvocato Monica Moschioni, sia completamente onesta e sincera, dato che, seppur scosso, in queste ultime dichiarazioni è rimasto sempre piuttosto tranquillo nel riportare i fatti, senza scomporsi o disperarsi, non facendo particolare cenno nemmeno ai bambini, che sono risultati essere suoi figli, dopo le analisi del Dna sui resti. “Non abbiamo mai, neanche per scherzare, parlato di bambini. Non era nemmeno tra i miei piani, ma se fosse successo me lo sarei tenuto” ha solo accennato il giovane a proposito. Ma perché Chiara ha compiuto un gesto tanto grave? È stato chiesto infine al giovane: “Secondo me l’ha fatto per il giudizio degli altri” ha risposto Samuel. Solo alcuni giorni fa il giovane aveva detto, in un primo momento attraverso le dichiarazioni del suo avvocato: “Non so più chi era Chiara, vorrei riconoscere i miei bambini e dargli un nome”.