L’argomento logico privilegiato dai proibizionisti di solito è: dall’erba si passa alle droghe pesanti. E la tesi ripresa anche da Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, nel lontano 2019: La “maria” domestica non è una conquista. Ma una porta aperta alle droghe pesanti (La Verità, 28 dicembre 2019). Due anni dopo dedicava un editoriale su Panorama allo stesso tema: I danni micidiali della cannabis “libera” (Panorama, 24 agosto 2022). Mario Giordano, altra firma di punta de La Verità, si è espresso in più occasioni contro la liberalizzazione persino della cannabis light (ovvero quella tipologia di cannabis in cui i livelli di thc, il principio attivo delta-9 tetraidrocannabinolo, sono bassi e al di sotto dei livelli necessari per avere un effetto psicotropo). Il 31 maggio del 2019, in una puntata di Fuori dal Coro, si diceva contrario ai negozi che vendevano cannabis light, definendo questa tipologia senza principio attivo (o con una bassa dose, tale da essere insignificante) “droga” tanto quanto le altre. Massimo Gandolfini, sempre su La Verità, applaudiva alla scelta del ministro Orazio Schillaci di rendere illecito l’uso dei derivati e degli estratti della cannabis se non a fini terapeutici e dietro prescrizione medica (Ma Schillaci sulla cannabis ha fatto la cosa giusta, La Verità 31 agosto 2023). In particolare facendo riferimento a una componente della cannabis, il cbd (cannabidiolo), che era stato escluso dalla lista delle sostanze stupefacenti e che, con il decreto Schillaci, era rientrato nell’elenco. Cbd, che, dice Gandolfini, citando il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, può essere usato come cavallo di Troia per diffondere cannabis con thc, quindi pericolosa. In sintesi, senza prescrizione medica meglio evitare persino l’uso disinvolto di cbd. E poi Patrizia Floder Reitter, che se la prende con la Milano dei progressisti: Sala proibisca il festival della droga (La Verità, 29 aprile 2019). In questo articolo, in particolare, c’è una frase che, come si dice, è decisamente invecchiata male. Parlando della cannabis light, scrive: “Non è affatto un prodotto innocuo, la sua pericolosità è stata ampiamente dimostrata, la definizione light è impropria e ingannevole, eppure continuiamo a essere inondati di pubblicità che promuovono prodotti con cbd”.
Allora sorge spontaneo chiedersi come possa un quotidiano come La Verità fornire spazi pubblicitari a prodotti a base di cbd, per altro vendibili senza prescrizione medica (contra Gandolfini e Floder Reitter, quindi). A pagina 13 del numero di lunedì 30 settembre, infatti, quasi mezza pagina è dedicata a una “novità in farmacia” (questo l’occhiello). Il titolo: In forma nella terza età: gel al CBD per muscoli e articolazioni affaticati. A destra un’immagine che sintetizza le informazioni utili per gli acquirenti. Si chiama Rubaxx Cannabis CBD Gel (e già il nome suona da “cavallo di Troia”, per ricordare le parole di Belpietro e Gandolfini), è “altamente dosato” con ben 600 mg di cbd, le “qualità e testabilità” sarebbero state testate e sarebbe “disponibile senza prescrizione in farmacia”. Se non c’è, potete ordinarlo. Il farmaco serve se vuoi tornare a “essere attivo come a 20 anni”: “Prendersi cura dei muscoli affaticati è essenziale, anche con l’avanzare dell’età”. Il pezzo inizia così: “Dalla pianta di cannabis è possibile estrasse il cbd, una sostanza che presenta presunte proprietà curative secondo i ricercatori. Questo composto vegetale è stato formulato in un gel: il Rubaxx Cannabis CBD Gel. È già disponibile in diversi paesi europei e ora arriva anche in Italia. Contiene, cbd, mentolo e olio di menta per la cura di muscoli e articolazioni affaticati”. Inoltre il cbd “offre numerosi effetti positivi su corpo e mente, senza includere la componente psicoattiva del thc. […] Sempre più persone stanno scoprendo i molteplici benefici di questa sostanza naturale e la integrano nella loro vita quotidiana”. Ancora, senza prescrizione, come la proverbiale mela al giorno. Si ricorda che non si rischiano effetti psicoattivi con l’uso del gel. Vista la coerenza del giornale, già immaginavamo che lo avessero testato in redazione.