Continua a delinearsi il castello di bugie e contraddizioni che formano la macabra storia di Chiara Petrolini, la ventiduenne che ha sepolto i figli neonati in giardino. “Un'astuzia e un'abilità manipolatrice fuori dal comune". Così la descrive la pm Francesca Arienti, parlando dell’accusa che pesa sulla ragazza: omicidio premeditato volontario e soppressione di cadavere. C’è una grande confusione che emerge anche dalle ricerche online fatte da Chiara prima del parto, ma che comunque non lasciano dubbi su quelle che fossero le intenzioni della giovane studentessa. Ricerche che vanno da come "stimolare le contrazioni" a "dormi dormi ninna nanna". Che all’ultimo ci avesse ripensato e volesse tenere il secondo bambino? Poi la ricerca che spiazza: "dopo quanto tempo puzza un cadavere". Soprattutto se mischiata con cose tipiche di una ragazza della sua età: “cosa fare a New York?","cover dell’iphone 14", "Emma Marrone" e "programma olimpiadi Italia".
Poi le intercettazioni in questura durante il primo interrogatorio dopo il ritorno dal viaggio a New York: "Non l’ho ucciso, aveva gli occhi aperti ma non emetteva suoni, poi sono svenuta". Poi la bugia alla mamma: “No. Non ho mai partorito un altro bambino". E l’ammissione: "Speravo che la pancia crescesse così qualcuno se ne sarebbe accorto". E parla di cosa l’avrebbe spinta ad uccidere: “Perché è la prima cosa che mi è venuta in mente”. Per poi cambiare versione: “Li volevo, volevo dirlo ai miei genitori ma non ce l’ho fatta, non sapevo come dirlo, avevo paura". Eppure, dopo aver partorito il secondo bambino, va a ballare in un locale con gli amici "perché stavo bene fisicamente e facevo finta di niente".