Manuela Bianchi e Valeria Bartolucci si odiano. Non è un sospetto, è un fatto. E il fatto è che nel cuore torbido del caso Pierina Paganelli, la 78enne trovata morta in un garage a Rimini, adesso ci sono loro: la nuora della vittima e la moglie dell’unico indagato, Louis Dassilva. Amante e moglie, due donne che non riescono più nemmeno a condividere l’aria senza esplodere. E se inizialmente il triangolo sembrava solo una complicazione collaterale, oggi sembra il centro esatto della tempesta. In passato le telecamere hanno ripreso tutto: l’aggressione di Valeria a Manuela, la lite degenerata in urla e mani addosso. Ma per Davide Barzan, consulente della Bianchi, non si è trattato di una zuffa: “È stata un’aggressione unilaterale. La mia assistita è rimasta passiva.” Non solo. Le minacce, ora nero su bianco nei rapporti della Squadra Mobile, sono pesantissime. Valeria non si limita a puntare il dito: le ha promesso vendetta. “La sciolgo nell’acido”, dice. “Compro un’arma a San Marino e le infilo un coltello nella pancia. Ma senza farla morire subito. La voglio vedere soffrire. Come Pierina.”


Sì, perché secondo lei, la Bianchi non sarebbe solo l’amante del marito, ma anche la vera rovina della sua vita. E se Louis Dassilva è nei guai con la giustizia, per Valeria è tutta colpa sua. A Mattino Cinque è andato in onda l’ultimo round: un audio in cui Valeria accusa Manuela di aver odiato la suocera più di chiunque altro. “Louis non ha mai detto ‘starò bene quando Pierina sparirà dalla faccia della terra’. Tu sì. Solo quello che dici tu è vero, eh?”. Manuela nega, dice che non è mai uscita una frase simile dalla sua bocca. Ma Valeria non molla. “Vergognati, fai schifo. Vai in procura ad accusare una persona che ha figli, come te.” In mezzo, resta un cadavere. Una donna uccisa brutalmente e lasciata in un garage. Ma il veleno non si ferma. Anzi, aumenta. E mentre gli inquirenti cercano il colpevole, loro continuano a farsi la guerra, ogni giorno più pubblicamente, ogni giorno più ferocemente.

