Louis Dassilva è stato ricoverato all’ospedale Infermi di Rimini lo scorso primo maggio, in condizioni molto serie: semi incosciente, debilitato, un corpo al limite. Il motivo? Uno sciopero della fame iniziato il 26 aprile. Una protesta estrema per urlare a chiunque volesse ascoltare che lui, l’omicidio di Pierina Paganelli, quel 3 ottobre 2023 non l’ha mai commesso. Pierina, 78 anni, è stata brutalmente uccisa con ben 29 coltellate nel garage del condominio dove viveva, colpita con estrema ferocia. Un delitto che ha scosso la comunità e fatto esplodere sospetti, voci, accuse incrociate.


A finire sotto i riflettori, e poi dietro le sbarre, è stato proprio Louis Dassilva, amante della nuora della vittima, Manuela Bianchi. A incastrarlo intercettazioni e incongruenze. Ma lui, da mesi, continua a proclamarsi innocente. E ha deciso di farlo anche a costo della propria salute. Poi, il crollo. Il corpo ha detto basta. E ora, nel letto d’ospedale, ha ripreso lentamente ad alimentarsi. Forse per istinto di sopravvivenza, forse perché sa che la battaglia vera comincerà appena uscirà da lì. Secondo quanto trapela, il rientro in carcere è previsto a giorni. Una parentesi clinica che si chiude, mentre resta aperta e dolorosa la ferita di una famiglia spezzata e una verità che, al netto delle indagini, continua a sfuggire.

