Sono ancora tantissime le domande senza risposta nel giallo della morte di Pierina Paganelli, uccisa con 29 coltellate nel garage della sua abitazione in via del ciclamino a Rimini. Una su tutte chi sia il vero colpevole del brutale omicidio. In carcere, accusato di aver commesso il delitto, dal luglio scorso c’è Louis Dassilva, amante di Manuela Bianchi nuora della vittima. Il 35enne senegalese si è sempre proclamato innocente, ma come mai non avrebbe consegnato immediatamente agli inquirenti gli indumenti che avrebbe indossato la sera in cui Pierina è stata accoltellata? Un errore oppure un gesto commesso volontariamente? Su questo aspetto si è concentrata la puntata di Quarto Grado andata in onda ieri sera su Retequattro, in cui sono stati affrontati anche gli sviluppi più recenti. Solo un paio di giorni fa infatti la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della difesa sulla sua scarcerazione, ora sta al Tribunale del Riesame di Bologna pronunciarsi.
La decisione della Cassazione, che potrebbe mescolare nuovamente le carte, è stata commentata anche dalla criminologa e consulente della difesa Roberta Bruzzone, che affianca gli avvocati Fabbri e Guidi nella difesa di Dassilva: “Noi chiederemo in via principale la scarcerazione piena, lui deve tornare a piede libero e sostenerci nel processo che ci attende, perché questa cosa non cambierà l’iter, a mio modo di vedere, a processo ci andremo per un conto è farlo con un imputato in custodia cautelare, in carcere o ai domiciliari, un conto è con un imputato che può coadiuvare la difesa con la massima libertà. Per noi oggi è un primo passo importante, nessuno si monta la testa, ma intanto ripartiamo da qui con un po’ più di serenità”.