Un sacco nero in mano, una casa da svuotare e una vita da rimettere insieme. Manuela Bianchi sta per chiudere la porta dell’appartamento in via del Ciclamino 31 per l’ultima volta. Lì dove ha vissuto trent’anni con il marito Giuliano e la figlia, prima che tutto si sbriciolasse in un garage. Il 3 ottobre 2023, nel seminterrato dello stabile, qualcuno ha ucciso sua suocera, Pierina Paganelli. Da quel giorno, niente è stato più lo stesso. “Ho buttato la mia vita”, dice, con la voce rotta, a Pomeriggio Cinque. “Devo lasciare casa. Peggio di così… mia suocera non c’è più. Una cosa del genere non avrei voluto vederla nemmeno in un film dell’orrore”. L’omicidio di Pierina, una storia ancora piena di buchi e sospetti, è diventato un trauma condiviso. Ma per Manuela è stato anche l’inizio della fine.


“È talmente triste, in ogni suo aspetto.Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così”, ammette. Il matrimonio con Giuliano è naufragato: “Abbiamo trovato un equilibrio per nostra figlia. Di questo sono contenta”. Il trasloco diventa allora un inventario di dolore, mentre sbotta contro Giuliano davanti ai giornalisti presenti a riprendere la scena: “Aiutami, fai il marito”. E sui social sono già partite innumerevoli critiche da parte degli utenti contro Manuela: “Parli tu che non hai mai fatto la moglie?”. Ricordi da mettere negli scatoloni o nel sacco nero. “Giuliano avrebbe buttato il garage intero, io no. Ogni oggetto è un frammento di vita, soprattutto con lui. Ma il nuovo Giuliano è diverso. Lui vuole chiudere”. Tra gli oggetti rimasti fuori per troppo tempo, una borsa. Quella che usava ogni volta che andava a trovare il marito in ospedale. Quella che aveva con sé il giorno del delitto. “Ci tenevo tanto, ma ora la butto. Pensavo potesse servire, se mi chiedevano qualcosa. Ma non credo serva più”. E poi una frase che non è una chiusura, ma uno spiraglio: “Si può sempre ricominciare. Anche se rimarremo in tanti segnati a vita”.

