Oggi è una giornata di fondamentale importanza nella vicenda dell’omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre del 2023, perché si svolgerà l’incidente probatorio e Manuela Bianchi, nuora della vittima, si troverà dopo molto tempo nella stessa stanza con Louis Dassilva, il trentaquattrenne senegalese accusato del delitto con il quale la Bianchi ha intrattenuto una relazione sentimentale. Manuela Bianchi dovrà sottoporsi al fuoco di fila delle domande del pm Daniele Paci, che potrebbero essere più di 500, e dovrà inoltre rispondere agli altri 300 quesiti posti dalla difesa di Dassilva perché per ben 17 mesi la nuora di Pierina aveva fornito una versione dei fatti ben diversa da quella che poi ha dato lo scorso 4 marzo quando è entrata in Procura da persona informata dei fatti e ne è uscita come indagata per favoreggiamento. Fino a quella data, infatti, la Bianchi si era detta sempre certa del fatto che Louis non sarebbe mai stato capace di commettere un delitto tanto orrendo, e aveva sempre raccontato agli inquirenti di aver rinvenuto per prima il cadavere della suocera la mattina del 4 ottobre dietro la porta tagliafuoco che divideva i box dall’ingresso delle scale del condominio di via del Ciclamino a Rimini.

La Bianchi aveva aggiunto di aver allertato i vicini, tra cui anche Dassilva che si trovava nella sua abitazione, e di aver chiamato il 118 per chiedere l’intervento dei sanitari, ma non aveva mai raccontato che anche il suo amante si trovasse nel garage, versione che poi ha ritrattato lo scorso marzo collocando il senegalese sulla scena del crimine. Stando a questa nuova versione, Louis la avrebbe avvertita della presenza del cadavere di Pierina e le avrebbe indicato di fare silenzio quando si sarebbe trovata di fronte l’immagine della suocera distesa a terra, ma questa nuova testimonianza, oltre a cozzare con quelle fornite nei mesi precedenti, non collima in alcun modo con quella dell’imputato e dei suoi legali, Andrea Guidi e Riario Fabbri, pronti ad incalzare la Bianchi per ottenere risposte che saranno cristallizzate ed eventualmente utilizzate in sede processuale. Ora viene da chiedersi quali siano i motivi che hanno portato Manuela Bianchi a cambiare versione e come mai abbia deciso di raccontare la sua verità dopo tanti mesi dall’omicidio fornendo dettagli tesi a far ricadere la responsabilità del delitto sul suo ex amante. La prima nota stonata consiste nel fatto che se è vero che la Bianchi è sempre stata a conoscenza del fatto che Dassilva fosse l’assassino di sua suocera, pare davvero strano che abbia continuato a frequentarlo anche nei mesi successivi al delitto, addirittura attraverso fugaci incontri romantici che si tenevano nello stesso garage teatro dell’accaduto. Sorgono poi spontanee anche altre domande. È credibile la versione data dalla Bianchi, secondo la quale il legame affettivo con Dassilva, ancora forte nei mesi successivi al delitto, le avrebbe impedito di raccontare la verità agli inquirenti? Davvero Manuela era così innamorata del suo vicino di casa da volerlo proteggere anche a costo di mentire alle autorità? Davvero era spaventata dalle minacce ricevute dalla moglie di Dassilva, Valeria Bartolucci, tanto da rischiare di essere indagata per favoreggiamento come è poi infatti avvenuto? Oppure la nuora di Pierina si è decisa a parlare solo dopo essere venuta a conoscenza dell’esistenza di un audio che la colloca sul luogo del delitto mentre parla con un'altra persona ma che attesta il suo silenzio durato ben 11 minuti tra le 8.09 e le 8.20 ovvero tra l’atto di aprire la porta trovandovi dietro il cadavere e i nuovi rumori registrati dalla telecamera presente nei box?

Da quell’audio, infatti, non emergono grida o richieste di aiuto di alcun tipo che, invece, sarebbe naturale aspettarsi da una persona che improvvisamente impatta con un cadavere disteso a terra mentre apre la porta che collega i box con gli appartamenti. La Bianchi si è decisa a parlare e a raccontare la sua verità per auto scagionarsi da un eventuale altro capo di imputazione, dopo che quell’audio la colloca sulla scena del crimine? L’incidente probatorio della giornata odierna, molto probabilmente, sarà lungo ed estenuante e potrebbe protrarsi fino a sera se non addirittura continuare domani e forse finalmente servirà a delineare dei contorni più chiari e netti su come sono realmente andate le cose quella maledetta sera del 3 ottobre di un anno e mezzo fa in via del Ciclamino.
