Louis Dassilva resta in carcere. Ancora. Il Tribunale del Riesame di Bologna ha confermato la custodia cautelare per il 35enne senegalese, accusato di aver ucciso Pierina Paganelli con 29 coltellate nel garage del palazzo di via del Ciclamino 31, a Rimini, la sera del 3 ottobre 2023. È la seconda volta che il Riesame boccia la richiesta di scarcerazione, dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio la prima decisione. Nessuna apertura, nessuna concessione: Dassilva, per la giustizia, deve restare dietro le sbarre. Giovedì scorso l’uomo era comparso davanti ai giudici per un’udienza durata quasi sette ore. A fine giornata, ha preso la parola. "Sono venuto in Italia per cercare fortuna, non guai", ha detto, proclamandosi di nuovo innocente. Ma le sue parole non sono bastate. Proprio come pochi giorni prima era successo col giudice per le indagini preliminari di Rimini, anche il collegio bolognese non si è fatto convincere. La libertà, per ora, resta un miraggio.


Intanto, l’indagine ha perso uno dei suoi indizi principali: il video della cam3. Il collegio peritale ha chiesto più tempo per analizzare l’immagine sgranata che riprende una figura sconosciuta alle 22:17. Il nodo, adesso, è il colore della pelle di quella persona. Eppure, Dassilva è tornato nel mirino grazie a una nuova versione dei fatti, quella di Manuela Bianchi – ex amante dell’indagato, e soprattutto nuora della vittima – che durante l’incidente probatorio ha raccontato qualcosa che ribalta tutto. Secondo la donna, la mattina del 4 ottobre, nel garage, Dassilva c’era. L’avrebbe incontrato proprio lì, e sarebbe stato lui a dirle che oltre la porta tagliafuoco c’era un corpo. Non solo: le avrebbe anche detto cosa fare e cosa dire. I giudici ci credono. Lo ha fatto il gip, e lo ha fatto anche il Riesame. Per ora, tanto basta. E Louis Dassilva resta dentro.

