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Omicidio Poggi, “È DAVVERO UN PESSIMO ALIBI”: Roberta Bruzzone spiega perché lo scontrino del parcheggio non toglie Andrea Sempio dalla scena del delitto nell’ora in cui Chiara è stata uccisa. Davvero Alberto Stasi è l’unico colpevole?

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

  • Foto di ANSA

9 giugno 2025

Omicidio Poggi, “È DAVVERO UN PESSIMO ALIBI”: Roberta Bruzzone spiega perché lo scontrino del parcheggio non toglie Andrea Sempio dalla scena del delitto nell’ora in cui Chiara è stata uccisa. Davvero Alberto Stasi è l’unico colpevole?
La criminologa Roberta Bruzzone smonta l’alibi di Andrea Sempio, indagato per il delitto di Garlasco del 2007. Un testimone collocherebbe la madre a Vigevano, e non lui, al momento del delitto. Lo scontrino, finora usato come alibi, non lo scagiona: “Un pessimo alibi”. L’ombra del dubbio riapre vecchie ferite…

Foto di ANSA

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

Diciotto anni dopo il delitto di Garlasco, l’alibi di Andrea Sempio torna sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Il ragazzo, amico intimo del fratello di Chiara Poggi – uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia – oggi è indagato per concorso in omicidio. Ma se c’è una cosa che non convince la criminologa Roberta Bruzzone, è proprio il suo “presunto” alibi. “Ci sarebbe – dice – perché non lo sappiamo con assoluta certezza, ma ci sarebbe un testimone che collocherebbe la signora Sempio a Vigevano la mattina del delitto e non il figlio Andrea. E questo potrebbe anche essere un dato in qualche modo magari verificato”. Tradotto: forse, quella mattina, al supermercato c’era la madre e non lui. O forse no. L’alibi, finora poggiato su uno scontrino orario, vacilla.

ANSA, Chiara Poggi
ANSA, Chiara Poggi
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“La procura immagino ce l’abbia già questo inserimento – continua la Bruzzone – per quanto non sia facile dimostrare dopo 18 anni che tu eri a Vigevano e insieme a te c'era un'altra persona, a meno che tu non abbia dei dati incontrovertibili”. La finestra temporale dell’omicidio è chiara: tra le 9:12 e le 9:35. “Peraltro più verso le 9:12 – precisa la Bruzzone – quindi 9:20, 9:25, quello scontrino comunque non è che lo toglie dalla scena del crimine nell'orario indicato del delitto”. Ecco il nodo. Lo scontrino non lo salva. Anzi, lo inchioda a un alibi fragile, troppo fragile per sostenere il peso di un omicidio: “Se è un alibi, è davvero un pessimo alibi”. In mezzo, resta il fantasma di un’amicizia ambigua, i vecchi messaggi sul cellulare mai letti e le ombre di un processo che ha già condannato – in via definitiva – Alberto Stasi. Ma oggi, le certezze vacillano. E la domanda è sempre la stessa: Chiara è davvero morta per mano di un solo uomo?

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ANSA, la criminologa Roberta Bruzzone
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