C'è un dettaglio che torna a far rumore nel caso del delitto di Garlasco. Non si tratterebbe di una ricostruzione, ma un'omissione. O, peggio, di una rimozione collettiva. Filorosso, la trasmissione condotta da Manuela Moreno, riapre il faldone con una puntata che non racconta cosa sappiamo, ma tutto ciò che abbiamo voluto dimenticare. Al centro, “l’impronta fantasma”: un profilo genetico isolato nel 2007, poi svanito nel nulla. Per il generale Luciano Garofano, ex RIS e consulente della difesa di Andrea Sempio, “quell’impronta non è mai esistita”. Non ci sarebbe nei rilievi, né avrebbe consistenza. Ma per l’avvocato Gian Luigi De Rensis, legale di Alberto Stasi, la traccia è reale, anche se “la quantità di materiale biologico è talmente esigua da renderne oggi quasi impossibile un riscontro certo”. Eppure basta parlarne, per riaprire la faglia che corre sotto la verità giudiziaria. Il punto di frizione si chiama “impronta 33”. In passato attribuita ad Andrea Sempio, oggi la difesa di Stasi sostiene che vi sia stato rilevato del sangue, grazie a una nuova relazione tecnica.

Ma si può davvero identificare il sangue da una fotografia? Garofano stronca: “No, non è attendibile”. De Rensis rilancia: “Quella tecnica, oggi, è usata eccome. E con buoni margini di attendibilità”. Nel frattempo, la criminologa Flaminia Bolzan mette altra benzina sul fuoco. Secondo lei, Chiara Poggi non sarebbe stata colpita con un solo oggetto, ma con più strumenti contundenti. Ferite diverse, profondità diverse. E una lesione circolare, apparentemente inspiegabile, che “potrebbe essere stata causata da un portavaso di metallo”. Poi, l’elenco degli orrori dimenticati. Capelli nel lavabo del bagno mai repertati. Impronte dei parenti sul dispenser del sapone. Dettagli che fanno male. De Rensis, con voce rotta e rabbia fredda, sussurra parole che pesano più di mille perizie: “Chi ha ucciso non ha provato a cancellare il sangue”. E allora? Allora niente. Per ora. Perché nonostante i buchi, le contraddizioni, le ombre, la Cassazione ha chiuso la porta. Ma l’eco di quella mattina d’agosto del 2007 non smette di rimbombare. E con l’autunno alle porte, le scosse potrebbero arrivare. Nuove perizie. Nuovi scontri. Nuove verità da (ri)sentire…

