Un’indagine condotta dalla BBC ha portato alla luce una rete internazionale che condivide video di gatti, spesso cuccioli, sottoposti a torture e uccisioni. Le immagini e i dettagli emersi sono stati definiti “estremamente inquietanti”. La rete opererebbe attraverso app di messaggistica criptata e includerebbe membri da tutto il mondo, Regno Unito compreso. Secondo l’inchiesta, il fenomeno ha avuto origine in Cina, per poi espandersi a livello globale, coinvolgendo migliaia di persone. In violazione delle leggi per la protezione degli animali vigenti in molti Paesi, i membri di questi gruppi pubblicano, condividono e in alcuni casi vendono i video delle sevizie. Alcuni arrivano persino a suggerire di adottare gatti per poi sottoporli a torture sistematiche. L'inchiesta è stata avviata dopo che due adolescenti britannici hanno ammesso di aver torturato e ucciso due gattini in un parco a Ruislip, a nord-ovest di Londra, lo scorso maggio. La polizia, a seguito del caso, ha avviato accertamenti che hanno portato alla scoperta del network documentato dalla BBC. A collaborare alla denuncia anche l’associazione Feline Guardians, gruppo di attivisti per i diritti degli animali, che ha tracciato 24 gruppi attivi nel 2025, tra cui uno con oltre 1.000 membri. Secondo le informazioni raccolte, il torturatore più attivo avrebbe filmato l’uccisione di oltre 200 gatti. Una rete macabra e ancora in gran parte sommersa, contro cui ora le autorità stanno cercando di intervenire. Abbiamo intervistato Caiafa Stefania presidente Meta Milano (movimento etico tutela animali e ambiente), per chiederle quanto sia diffuso il quadro che vi abbiamo appena raccontato.

Conosceva la situazione denunciata dalla BBC?
Esattamente due anni fa vengo contattata da Feeling Guardian, un'associazione mondiale, per portare questa realtà in Italia, che prima nessuno conosceva. Dietro questa situazione c’è un mondo incredibile: dai giapponesi, agli americani, egiziani, messicani, olandesi, argentini. Tutti sapevano di Feeling Guardian, tranne l'Italia, dove c'è una sezione molto piccola a Roma. Quella a cui siamo davanti è un'associazione di pazzi che online, condivide i filmati di piccoli animali che sono sottoposti a delle torture micidiali. Hanno iniziato con Telegram, dove hanno dei canali in cui fanno tutto ciò che fanno a questi poveri animali.
Come mai? Che cosa ci guadagnano? Qual è il loro obiettivo?
Per like, soldi, per divertimento, sono persone sadiche. Ci sono sempre state queste cose, però questa realtà è veramente la linea del male. È incredibile quello che fanno. Però non sono solo asiatici, attenzione. Un anno fa era stato scoperto addirittura un ragazzo a Torino. Gli asiatici hanno iniziato, però ci sono anche gli europei che gli sono andati dietro. Per loro è, come se fosse un TikTok. C'è chi si fa pagare, c'è chi lo fa per divertimento, proprio perché gli piace vedere gli animali soffrire. Questo è il loro scopo. È come se loro ci guadagnassero nell'anima nera che si hanno. La sensazione di piacere che io ho salvando un animale, loro ce l'hanno mentre lo uccidono. È importante che in Italia se ne parli.
C'è il rischio che un trattamento simile prenda piede anche in Italia?
Potrebbe esserci. C'è stata già la moda di quelli che lanciano i gatti dalle montagne, anche le impiccagioni. I ragazzini sono sempre loro. È la gioventù bruciata. Loro si divertono. Quindi sì, potrebbe esserci la moda, questa è la paura. Però c'è una differenza.

C’è il rischio che un trattamento simile prenda piede anche in Italia?
Potrebbe esserci. C'è stata già la moda di quelli che lanciano i gatti dalle montagne, anche le impiccagioni. I ragazzini sono sempre loro. È la gioventù bruciata. Loro si divertono. Quindi sì, potrebbe esserci la moda, questa è la paura. Però c'è una differenza.
Quale?
Che in Italia abbiamo delle leggi che tutelano gli animali: dal primo luglio si è attivata la legge Brambilla. Quindi io ho già iniziato a lavorare, ho già fatto chiudere due allevamenti di cani.
Pensa che con la legge Brambilla in Italia ci sia stata una svolta?
Sì. Invece in Cina le leggi per il bene dei maiali non esistono. L'unica cosa che fanno è metterti in galera per 35 ore e poi rilasciarti. Questo è quello che fanno in Asia in generale. Mentre la legge Brambilla vede 4 anni di galera, più multe salate, si spera che la gente ci ripensi un po'.
Un altro tema che viene poco affrontato è il metodo della macellazione per il cibo halal, che per esempio vediamo durante la festa del sacrificio islamica.
Quello diventerà maltrattamento, perché il maltrattamento non è solo sui cani e gatti. Bisogna attenersi a dei regolamenti, che prevedono nel modo di ucciderli in primis lo stordimento. Non macellandoli anche nel cortile di casa come è successo con certi islamici. E poi il maltrattamento è anche come li uccidi, come li tratti anche prima di ucciderli. Anche questo è maltrattamento, anche il bovino anoressico dentro all'allevamento buttato per terra è maltrattamento.