«Dio fammi giustizia, difendi la mia causa contro la gente spietata». Don Gregorio Vitali non parla più volentieri del suo passato, ma quando lo fa, cita i Salmi. Non quelli della speranza, ma quelli che quasi sembrano chiamare alla vendetta. Salmo 42. E avverte: «Invoco su chi parla di me la Giustizia divina». Lo dice al settimanale Giallo, diretto da Albina Perri, che ha tentato di farsi raccontare cosa sia successo davvero dentro e intorno al Santuario della Madonna della Bozzola, a Garlasco. Un luogo di preghiera. Ma, secondo alcune testimonianze, anche un luogo di silenzi e abusi. Sempre sul settimanale Giallo, un uomo ha raccontato di essere stato molestato da bambino proprio lì. Nel 2014 don Gregorio finì coinvolto in un processo per estorsione. Due uomini rumeni, Flavius Savu e Florin Tanasi, lo ricattavano: volevano soldi per non raccontare di presunti rapporti sessuali con lui. Furono condannati, poi sparirono. Ma nelle carte del processo emersero anche contatti ambigui tra altri frequentatori del Santuario e ragazzi giovani. E Savu, tramite il suo avvocato Roberto Grittini, lasciò intendere che Chiara Poggi, uccisa nel 2007 nella villetta di famiglia, sapesse qualcosa di troppo. «L’hanno ammazzata perché aveva scoperto cosa accadeva alla Bozzola», ha detto l’avvocato. E qualcosa che stava cercando, Chiara, in effetti c’era: si sa che poco prima della morte aveva fatto ricerche su pedofilia e abusi nella Chiesa. Ricerche salvati sul suo pc.

Don Gregorio oggi nega tutto. Sta in un convento, lontano, isolato. Ma qualcosa ha detto: «Ho sofferto troppo. Non voglio si parli più della mia storia. O pregherò Dio che vi punisca». Il suo nome è ancora legato a figure ambigue, poi, a quanto pare, si prendeva cura di ragazzi fragili, tossicodipendenti, anoressiche: «Venivano perché credevano che le mie preghiere potessero guarire». Il Vaticano l’ha trasferito, il Santuario ha cambiato guida. Ma le domande su Chiara restano. «Ho saputo che era venuta alla Sagra di Pasquetta ma ci sono 20mila persone a quella festa. Poi i genitori Poggi li ho conosciuti per una messa che hanno celebrato alle Bozzole per la figlia». Andrea Sempio? “Mai sentito”. Le telefonate scabrose con Valentino? «Invenzioni». L’estorsione? «Ho dovuto dare soldi perché non ne potevo più, venivano da me ma non solo. Non so nemmeno perché mi ricattavano, er questo chiedo a Dio di farmi giustizia divina, quella terrena c’è stata». Secondo lui, neanche il centro per tossici e anoressiche era legato alla Bozzola: «Erano lì vicino, ma non dipendevano da me». Riti satanici, giovani annoiati, accuse, testimonianze, denunce. Tutto falso, dice lui. A tirare il freno è anche don Angelo Cianciotta, vicario della Diocesi di Altamura: «Invocare la Giustizia di Dio per mettere a tacere chi cerca la verità è gravissimo». Sulla stessa linea anche don Fortunato Di Noto, prete impegnato contro la pedofilia: «Non maledite, ma benedite». Un consiglio. Soprattutto per chi usa la fede come minaccia.

