Fermi tutti: quando vi parlano dell'importanza delle Terre Rare, quando leggete che senza questi minerali (rari ma non troppo) non potremmo più fare un caz*o – dal produrre nuove auto elettriche a smartphone, da pc a televisori passando per turbine, strumenti militari e via dicendo – quando vi dicono che, insomma, siamo (inteso come Occidente) nella mer*a perché la Cina controlla oltre la metà della produzione mineraria globale e il 90% della capacità di separazione e raffinazione di 'ste benedette Terre Rare, quando concludono il loro ragionamento spiegando, allarmati, che se Pechino volesse mai chiudere i rubinetti e bloccare l'export dei Rare Earth Elements, danneggerebbe seriamente la nostra economia, vi dicono soltanto una parte della verità. Per capire chi detta i tempi del grande gioco delle Terre Rare, chi dirige l'orchestra, chi è l'Andrea Pirlo del dossier geopolitico del secolo, non bisogna concentrarsi su Cina, Stati Uniti e Unione europea. I nostri riflettori devono illuminare un'area oscura incastonata tra Repubblica Popolare Cinese e Myanmar. In realtà siamo nel Myanmar (ex Biarmania) ma è un gran casino capire chi comanda cosa in un Paese-mosaico falcidiato da una lunga e sanguinosa guerra civile. Insomma, in una città chiamata Pangwa sorge in una piccola valle circondata da cime boscose. Per anni questo avamposto impervio è stato controllato da un anziano signore della guerra, alleato della brutale giunta militare birmana al potere, che gestiva il suo feudo in gran parte secondo i propri capricci. A metà degli anni 2010 ecco la svolta: da queste parti iniziarono ad arrivare lavoratori cinesi alla ricerca di risorse preziose. Quali? Proprio loro: le Terre Rare, elementi metallici con eccezionali proprietà magnetiche e conduttive, cruciali per decine di tecnologie moderne.

Una svolta più recente è arrivata nel 2024 quando un'organizzazione chiamata Kachin Independence Army, in italiano Organizzazione per l'Indipendenza Kachin, ha lanciato un'offensiva nell'ambito di una guerra civile combattuta tra la giunta militare al governo in Myanmar e centinaia di gruppi armati, radicati in aree ricche di risorse confinanti con Cina, India e Thailandia. Se i Wa, una tribù birmana di ex cacciatori di teste, gestiscono il più potente narco-Stato al mondo, il Kia, oggi una formidabile forza militare, con una profonda esperienza operativa in terreni montuosi, controlla il traffico di Terre Rare e prodotti affini. Già perché questi guerriglieri-combattenti hanno conquistato Pangwa e i business in loco. Piccolo dettaglio: il Myanmar è la terza fonte mondiale di Terre Rare dopo Cina e Stati Uniti, e lo scorso anno ha rappresentato quasi la metà dell'estrazione globale di due elementi particolarmente importanti: disprosio e terbio, essenziali per veicoli elettrici, turbine eoliche e alcune attrezzature militari. L'organismo di controllo Global Witness ha recentemente scoperto che le aziende cinesi legate alle forniture di terre rare del Myanmar hanno elencato come clienti Ford Motor, Hyundai Motor, Siemens, Tesla, Vestas Wind Systems, Volkswagen e altre ancora.
Uniamo i puntini. Come ha spiegato Bloomberg, scopriamo che quasi tutte le miniere di Terre Rare del Myanmar si trovano nello Stato di Kachin, concentrate principalmente intorno a Pangwa, e la Kia sembra ora controllarle tutte, supervisionando grandi squadre di lavoratori informali che svolgono lavori sporchi e pericolosi con una protezione praticamente nulla. Certo, la Cina rimane di gran lunga il principale produttore di Ree, con una produzione annuale pari a circa 10 volte quella del Myanmar. Inoltre, la Kia non ha la capacità di processare gli elementi estratti nel suo territorio; tutti devono essere inviati per la raffinazione agli impianti cinesi e poi ai produttori di tutto il mondo. E da qui si intuisce il ruolo rilevante di Pechino in tutta questa faccenda. L'esercito della Kia e la sua ala politica, la Kachin Independence Organization, sono poco noti agli occhi dell'esterno. Il gruppo non ha rappresentanze diplomatiche nelle capitali straniere né legami formali con organismi economici internazionali. Eppure, il loro ruolo nella produzione di Terre Rare, e in particolare di disprosio e terbio, è ormai così significativo che milioni di consumatori in tutto il mondo utilizzeranno presto prodotti contenenti materiale estratto dal loro territorio...
