Se pensate che il fentanyl sia la droga più pericolosa al mondo siete fuori strada. Certo, questo oppioide sintetico ha creato un'epidemia di "zombie" nelle principali città degli Stati Uniti e si sta lentamente espandendo anche in Europa. Tuttavia, non è più il business principale dei cartelli messicani, né dei laboratori asiatici da cui partono le freccie che raccontano le nuove mappe globali delle sostanze proibite. Con la fine del 2024, sembrerebbe essersi interrotta l'ascesa senza limiti della “droga del secolo” negli Usa. I dati diffusi dai Centers for Disease Control and Prevention parlano chiaro: il numero di morti da fentanyl è in calo (-20% rispetto al picco del 2023), con poco meno di 58.000 vittime registrate nel periodo compreso tra settembre 2023 e agosto 2024 (erano quasi 80.000 tra il 2022 e il 2023). Questo significa che gli Stati Uniti hanno vinto la guerra e che i dazi annunciati da Donald Trump contro Messico e Canada hanno davvero servito a blindare le frontiere nazionali, limitando l'afflusso del prodotto nel Paese? Giornali e TV ve la raccontano proprio così. I governi messicani e canadesi – accusati dallo stesso Trump di essere responsabili della piaga del fentanyl negli Stati Uniti – hanno rafforzato i controlli lungo i confini in cambio del congelamento (momentaneo, poi si vedrà) delle tariffe trumpiane, impedendo così ai corrieri della droga di esportare la merce nel territorio americano. Ma no, le cose non sono andate proprio così. Il “crollo” del fentanyl in America è dovuto a dinamiche di mercato decise dai narcotrafficanti, a questioni di domanda e offerta, comodità e convenienza. Che senso ha continuare a vendere una droga che è 50-100 volte più potente della morfina e 30-50 volte più potente dell'eroina, e che crea una dipendenza così forte da trasformare spesso i clienti in vittime? Se i consumatori muoiono, se ormai tutti conoscono e cercano il fentanyl, che senso ha continuare a produrlo? Negli Stati Uniti, nessuno. Altrove, invece...


Due sono le dinamiche che nessuno ha ancora notato. La prima: negli Stati Uniti, il fentanyl viene sostituito da una valanga di Nps (New Psychoactive Substances), cioè Sostanze Psicoattive Nuove. Parliamo di droghe sintetiche spesso progettate per imitare gli effetti di sostanze illegali già conosciute, come la cannabis, gli stimolanti, gli oppioidi, che non sono ancora regolamentate dalla legge, o lo sono solo parzialmente. Stanno trovando sempre più spazio anche le metanfetamine prodotte in Asia, cristalli riadattati al mercato Usa e pasticche sfornate da laboratori sperduti nella giungla birmana. I prodotti (ne abbiamo parlato in questo articolo) partono da Myanmar, Laos e Cambogia; vengono venduti a faccendieri thailandesi e asiatici in anonime zone montuose o lungo il fiume Mekong; finiscono nel circuito ben oliato del Triangolo d'Oro e poi si dirigono oltre il continente. In Europa, attraverso la tortuosa rotta via terra che attraversa l'Asia centrale e i Balcani. Ma anche in Australia, per poi approdare nelle Americhe. Le rotte sono le stesse, cambiano i prodotti e le mete finali. I produttori asiatici, desiderosi di sviluppare nuovi mercati, hanno spostato la loro attenzione sulla produzione di sostanze sintetiche non controllate, tra cui i nitazeni. Allo stesso tempo, hanno ampliato la loro attenzione geografica, passando dal Nord America all'Europa. Produrre nitazeni, spiegano gli esperti, è un esercizio relativamente poco costoso. Sono in gran parte fabbricati in laboratori, sia legali che illegali, prima di essere contrabbandati nel Regno Unito e in Europa tramite reti di pacchi e posta veloce. Qualche mese fa, un chilo di nitazene veniva venduto sul dark web a un prezzo compreso tra i 10.000 e i 17.000 euro. Più o meno nello stesso periodo, un chilo di eroina all'ingrosso nel Regno Unito veniva venduto tra i 26.000 e i 29.000 euro. Una volta acquistati, a cosa servono i nitazeni? Vengono utilizzati per fortificare l'eroina di bassa purezza, sebbene il farmaco possa anche essere trasformato in pillole. Come è successo con il fentanyl negli Stati Uniti, i consumatori sviluppano tolleranza e quindi cercano dosi più forti.

Nel frattempo il fentanyl, pur continuando a mietere vittime negli Usa, sta mettendo radici in Europa. Soprattutto in quella orientale, visto che le autorità hanno assistito a un'impennata di decessi e arresti collegati all'uso e allo smercio della sostanza tra Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Riflettori puntati anche su Portogallo e Regno Unito, mentre in Italia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha spiegato che “la nostra intelligence segnala un interessamento della ‘ndrangheta anche se stanno testando il mercato per verificare la convenienza del suo inserimento sul mercato”. Il fentanyl si sposta dunque dal Vecchio al Nuovo continente, così come la cocaina, intanto che gli eredi del Chapo Guzman in Messico allestiscono strutture in grado di spingere altre droghe sintetiche. Invisibili, economiche ma sempre e comunque letali. È il mercato, bellezza... Ne sanno qualcosa Germania, Belgio e Olanda, ormai letteralmente sommerse di “polvere bianca”. Nel 2013 i funzionari tedeschi hanno confiscato una tonnellata di cocaina, cinque nel 2016, altre dieci nel 2019 e poi 20 nel 2022. Nel 2023 erano 43 tonnellate. “Gli investigatori presumono che nello scenario migliore siano in grado di intercettare solo il 30% delle consegne, ma potrebbe essere anche solo il 10%. In altre parole, più ne trovano, più finisce per sfuggirgli di mano”, ha scritto il settimanale Der Spiegel. Gli snodi più caldi? I porti della cocaina di Amburgo, e poi Rotterdam e Anversa. Qui sbarcano tonnellate e tonnellate di droga che le gang di criminali hanno il compito di vendere nelle strade europee. Aumenta il prodotto, aumenta la domanda, diminuisce la qualità. La cocaina non è più la droga dell'alta società; venduta a sei o sette euro a striscia, la “coca” è diventata una specie di droga quotidiana delle masse, usata da tutti coloro che cercano di ridurre le proprie ansie o aumentare le proprie prestazioni. Il traffico di droga si è così trasformato in una specie di guerra asimmetrica, in un nemico invisibile che governi e Paesi non riescono a intercettare, bloccare, interrompere. Le regole della geopolitica e i rapporti di forza tra Stati si invertono quando di mezzo ci sono gruppi criminali inafferabili, impossibili da localizzare e da colpire, e business del genere. La ricchissima Europa e i super Stati Uniti sono l'esempio più emblematico della nuova tendenza del XXI secolo: entrambi sono in ginocchio, e anzi, non si sono nemmeno accorti di cosa sta succedendo nei loro territori. “Probabilmente serviranno anni prima che le conseguenze diventino evidenti”, ha concluso lo Spiegel.

