Quelli che il venerdì sera non escono. Quelli che la pizza la ordinano rigorosamente per le 21. Quelli che “non è colpevole finché non lo dice Nuzzi”. L’appuntamento con Quarto Grado è una certezza da anni: venerdì 11 luglio, ore 21.25, Rete 4 riapre il sipario sul palcoscenico delle verità in bilico e dei misteri che resistono al tempo. A condurre il rito, come sempre, Gianluigi Nuzzi con la complicità affilata di Alessandra Viero. A firmare la regia editoriale, l’instancabile Siria Magri. Apre la puntata il caso che più di ogni altro è diventato simbolo dell’incompiutezza giudiziaria italiana: l’omicidio di Chiara Poggi, a Garlasco. La ragazza trovata senza vita il 13 agosto 2007 nella sua villetta. Gli inquirenti sono ancora lì, impigliati in una rete che non si spezza: l’impronta numero 33, quella che si staglia sul pavimento, è davvero del giovane Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, e mai indagato formalmente? Oppure si tratta di una falsa pista? Perché Chiara, quel giorno, era da sola in casa? E perché chi l’ha colpita sembra aver agito con una calma glaciale? Ma Quarto Grado non si ferma a Garlasco. Ritorna anche sulla scena inquieta della scomparsa e morte di Liliana Resinovich, l’ex atleta triestina trovata senza vita in circostanze ancora tutte da chiarire. Gli accertamenti sui reperti continuano e nel frattempo la difesa di Sebastiano Visintin, marito di Liliana e presenza fissa nei talk televisivi, non molla la presa e presenta ricorso in Cassazione: per lui, un’unica verità proclamata ovunque: “Sono innocente”.

In studio e in collegamento, il solito parterre de roi di criminologi, giornalisti e commentatori, per chi ama l’inchiesta ma anche il racconto narrato con pathos e precisione chirurgica. Carmen Pugliese, Luciano Garofano, Massimo Picozzi, Caterina Collovati, Carmelo Abbate, Grazia Longo, Umberto Brindani, Marco Oliva, Paolo Colonnello: nomi che, per i fedelissimi della cronaca nera televisiva, sono familiari quanto un parente. E poi, loro: i quartograders. La community più attiva della serialità crime italiana, sempre pronta a commentare in diretta su X, Instagram, Facebook e in ogni anfratto del web. Una piazza virtuale che fa da specchio, da giuria popolare, da archivio e da coscienza collettiva. In un’Italia che dimentica in fretta, Quarto Grado resta lì, a ricordare. A chiedere. A dubitare. Perché la giustizia, si sa, non sempre arriva. Ma almeno, ogni venerdì sera, qualcuno bussa ancora alla sua porta.
