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Omicidio Poggi, “PERCHÉ STEFANIA CAPPA NON È INDAGATA?” Tutta la verità sull’arma del delitto di Garlasco spiegata da Roberta Bruzzone: “Un martello? Quattro colpi che hanno sfondato la scatola cranica di Chiara con esposizione di materiale celebrare e…”

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

  • Foto di ANSA

11 giugno 2025

Omicidio Poggi, “PERCHÉ STEFANIA CAPPA NON È INDAGATA?” Tutta la verità sull’arma del delitto di Garlasco spiegata da Roberta Bruzzone: “Un martello? Quattro colpi che hanno sfondato la scatola cranica di Chiara con esposizione di materiale celebrare e…”
A Ore 14, la criminologa Roberta Bruzzone ha commentato i nuovi rilievi nella villetta di Garlasco, a quasi 18 anni dal delitto di Chiara Poggi. Ha accolto positivamente l’uso di tecnologie avanzate e ricostruzioni 3D per chiarire le dinamiche dell’omicidio.
Parla di colpi compatibili con un martello e non esclude l’uso di più armi. Si interroga sullo svolgimento dell’incidente probatorio e sulla tutela del contraddittorio. Torna la pista di Tromello, ma Stefania Cappa, pur al centro dell’attenzione mediatica, non risulta indagata…

Foto di ANSA

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

Durante la trasmissione Ore 14, la criminologa Roberta Bruzzone è tornata a parlare dell’omicidio di Chiara Poggi e dei nuovi rilievi condotti a Garlasco nella villetta del delitto, quasi 18 anni dopo. Nessun salto nel tempo, ma tecnologie migliori e dubbi mai del tutto sopiti. “Sono passati dieci anni dall’ultima perizia. È possibilissimo che ci sia un ampliamento, un potenziamento delle tecniche. Benvengano tutti gli approfondimenti del caso a questo punto”, ha detto, sottolineando come l’attività investigativa in corso, incluso l’incidente probatorio già avviato, sia “una garanzia” per tutti. Per la verità, ma anche per gli eventuali indagabili. La perizia, secondo Roberta Bruzzone, aveva già dato una risposta precisa sull’elemento chiave del caso: il passaggio o meno di Alberto Stasi nella villetta di via Pascoli la mattina in cui Chiara è stata uccisa. Ma ora si riapre tutto, anche sul fronte delle modalità dell’omicidio. “Immagino che ci sia la possibilità di ricostruzioni in 3D delle traiettorie, dei colpi, in base alle tracce ematiche. Credo che questa sia la finalità dell’accertamento”. E sul possibile utilizzo di un martello, come arma del delitto, la criminologa è netta: “Nella sezione parietro-occipitale sinistra c'è uno sfondamento della scatola cranica. Lì il soggetto ha insistito sicuramente con più colpi, almeno quattro. È un'arma con una superficie battente non particolarmente ampia, ma sufficiente a creare uno sfondamento, con esposizione anche di materia cerebrale. Compatibile con la parte più squadrata di un martello”.

ANSA, Chiara Poggi
ANSA, Chiara Poggi
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Non è l’unica lesione che incuriosisce. “La ferita sulla parte alta è più simile a un fendente. Potrebbe essere stata provocata da un’arma diversa o da un uso differente della stessa arma”. Elementi che spingono a non escludere l’ipotesi di un concorso nell’omicidio. Ed è qui che arriva il punto critico: se davvero si parla di concorso, “con Stasi, con Sempio o con ignoti”, questi ignoti sono poi così ignoti? “Se saltano fuori dopo l’incidente probatorio, che facciamo? Non li facciamo partecipare al contraddittorio? L’incidente probatorio è l’anticipazione del dibattimento, è fondamentale”. La Bruzzone si sofferma anche sulla pista che porta a Tromello e sulla persona più chiacchierata delle ultime settimane, Stefania Cappa, cugina di Chiara. Ma, è bene ricordarlo, la Cappa non è indagata. “Sono andati a Tromello, hanno dragato la roggia. Qualcosa sarebbe stato trovato, ma non si sa ancora cosa. Se fosse rilevante, come mai Stefania Cappa non è indagata? Almeno, a me non risulta. Forse mi sfugge qualcosa”. L’udienza per discutere i risultati dell’incidente probatorio è fissata al 24 ottobre, ma i tempi potrebbero slittare. “Non credo avremo risultati prima di metà settembre, se va bene. Bisogna vedere le condizioni dei reperti, cosa si processa e come. Tutto nel contraddittorio tra le parti. Dipenderà dalla mole di lavoro”. Le domande restano. E il tempo, anche se passato, non le ha affatto indebolite. Anzi.

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ANSA, la criminologa Roberta Bruzzone
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