C’è una famiglia che non si interroga sul comportamento di un figlio che ha brutalmente ucciso. Una cognata che compra l’auto che ha trasportato il corpo della vittima. Un passaggio di proprietà che per la criminologa Flaminia Bolzan, che abbiamo intervistato, è “grave” se davvero fatto per incidere sul risarcimento spettante alla famiglia Tramontano da parte di Alessandro Impagnatiello. E c’è una sentenza, quella che ha condannato Alberto Stasi, basata solo su indizi parziali e priva di un movente chiaro. Le prime indagini condotte dopo l’omicidio di Chiara Poggi hanno sbagliato e sviato tutto dall’inizio: oggetti non analizzati, e una scena del delitto inquinata. Ma chi è l’assassino di Chiara?

Il caso di Giulia Tramontano porta con sé sempre un senso di inquietudine, al pensiero di una ragazza incinta così brutalmente uccisa. Eppure la famiglia di Impagnatiello sembra fare fortino su Alessandro invece che condannarne la condotta?
In questi casi le famiglie presentano spesso aspetti di ambivalenza, mi sembra evidente che il fatto che il proprio figlio commetta un omicidio in circostanze di tale gravità possa costituire uno shock, ma dovrebbe spingere le persone a farsi domande, a mettersi in discussione. Ad oggi questo non mi pare sia ancora avvenuto.
L’acquisto dell’auto dov’era il corpo martoriato di Giulia da parte della cognata è un gesto ignobile quanto evitabile? Solo per non risarcire la famiglia Tramontano?
Evitabile sicuramente. È solo presumibile, ad oggi, che potesse essere strumentale ai fini della riduzione del risarcimento e certamente questo è il convincimento della sorella di Giulia. Per quanto inerente la sua domanda posso limitarmi a dire che se davvero il passaggio di proprietà è stato realizzato con questo intento sarebbe un indicatore grave in ordine al disconoscimento della gravità dell’agito di Impagnatiello e di certo non contribuirebbe a renderlo più consapevole della portata del suo comportamento.
Il suo libro L'enigma di Garlasco (Aliberti editore), come mai proprio ora? Cosa c’è che non si può trovare altrove?
Il libro su Garlasco in questo momento perché l’interesse attorno al caso è alto e ho ritenuto di voler ripercorrere in maniera sistematica le tappe, contribuendo col mio lavoro e con la partecipazione di altri esperti, a chiarire alcuni interrogativi che le persone si stanno ponendo riguardo agli sviluppi dell’indagine nuova. Quello che non credo si trovi altrove sono gli interrogativi sul rapporto tra verità e giustizia e soprattutto le riflessioni e gli spunti sulla divergenza che può esserci tra la realtà e la rappresentazione mediatica e il modo in cui questa ultima contribuisce a ingenerare impressioni nell’opinione pubblica.
Chi è secondo lei il colpevole dell’omicidio di Chiara?
Sarebbe speculazione da parte mia offrire a questa domanda una risposta secca con la pretesa, magari, che possa corrispondere ad una verità assoluta. Quello che posso dire con certezza e risolutezza è che, la sentenza in cui si riconosce processualmente la colpevolezza di Alberto Stasi, poggia su una serie di indizi a mio avviso parziali e non tiene sufficientemente conto di una serie di errori commessi nell’indagine, unitamente all’assenza dell’individuazione di un movente. Sono questi i motivi per cui, pur rispettandola, genera secondo me dubbi più che ragionevoli.
Pensa che si arriverà a un processo nei confronti di Sempio? E a un eventuale revisione per Stasi?
Per ciò che attiene l’eventualità di un rinvio a giudizio nei confronti di Andrea Sempio credo che proprio all’esito dell’incidente probatorio questo potrebbe arrivare se la Dottoressa Albani confermerà quanto sostenuto dai Consulenti della Difesa Stasi e dal Prof. Previderè rispetto al DNA sui margini ungueali, circa la revisione nei riguardi di Alberto Stasi, invece, gli unici che a mio avviso possono rispondere compiutamente a questa domanda, potrebbero essere gli Avvocati De Rensis e Bocellari.
Cosa ne pensa dell’ipotesi che Chiara sia stata uccisa alle 11 e non tra le 9:12 e le 9:35?
Tra le 9.12 e le 9.35 è un range orario che si discosta da quanto circoscritto nella relazione autoptica del Prof. Ballardini. I parametri per l’individuazione dell’orario del decesso sono individuati dalla medicina legale, quindi, processualmente l’azione omicidiaria è stata collocata in quel range tenendo conto di valutazioni concernenti l’interrelazione di altri aspetti. Ritengo che sia molto importante, ad oggi, il lavoro che svolgerà la Prof.ssa Cattaneo per fugare definitivamente ogni dubbio su questo punto che mi sembra in assoluto uno tra i più controversi.

Se si dovesse appurare che l’orario della morte non è quello stabilito dalla sentenza Alberto per le 11 avrebbe un alibi. In tal casi quali prove “oltre ogni ragionevole dubbio” resterebbero in piedi contro di lui?
Non voglio risultare ripetitiva e me ne scuso, ma come dicevo in precedenza, il processo che ha portato alla condanna di Alberto Stasi è indiziario e dal mio punto di vista i dubbi ragionevoli ci sono, tant’è che la Procura di Pavia sta procedendo proprio nella direzione della chiarificazione, seppur relativamente ad una indagine nuova.
Omicidio in concorso, l’eventuale complice di Sempio, se non Stasi, chi potrebbe essere?
In assenza di elementi investigativi da poter citare in questo senso, le mie ipotesi rimarrebbero speculazioni, quelle che francamente non ritengo mai corretto, nè tantomeno professionale, fare. Pronunciarmi in tal senso, in questa fase, non essendo io la persona che sta coordinando l’indagine, sarebbe solo pregiudizievole nei confronti della stessa, ad ogni modo la nuova BPA indicherà se e quante persone fossero attivamente presenti su quella scena. Se fossero più di due evidentemente dovremmo farci qualche domanda…
La “connessione” con il Santuario della Bozzola pensa che potrebbe essere una pista valida?
Certamente suggestiva, ad oggi marginale. È comunque evidente che, a partire dalle estorsioni ai danni di Don Gregorio, abbiamo contezza di fatti poco chiari legati a quell’ambiente. Se poi la Procura abbia o meno individuato un link con l’omicidio di Chiara Poggi lo sapremo più avanti…al momento l’unico punto di labile connessione potrebbe essere quello che rimanda all’esplorazione dell’attività di ricerca on line di Chiara Poggi
Ignoto 3 e la questione della garza contaminata. Ma per fare il tampone orale si usa un tampone, che fine ha fatto? E davvero dobbiamo credere che sia stata inserita una garza nella gola di Chiara?
Su questo punto la nota della Procura è stata piuttosto esaustiva, la contaminazione è stata involontaria e il supporto per il tampone è stato individuato in una garza, non sterile.
Cosa ne pensa dei tagli simmetrici sugli occhi, sono sevizie?
Sono stati realizzati con mezzo lesivo dal profilo tagliente, sono piuttosto superficiali e sono stati prodotti, a mio avviso, con un mezzo diverso da quello contundente con cui sono state inferte le altre lesioni. La forza usata anche è diversa. Con ció non mi sembra comunque che le sevizie possano essere compatibili con quella dinamica omicidiaria.
E delle prime indagini cosa pensa? Del modo in cui sono state condotte? Del fatto che su tanti oggetti che chiara indossava al momento del delitto come orecchini, ed elastici per capelli non siano stati analizzati in cerca del dna dell’assassino?
Credo che le leggerezze nell’indagine originaria abbiano riguardato preliminarmente i primissimi accessi alla scena del crimine nei termini di possibilità di inquinamento, inclusa anche la parte informatica sul pc di Alberto Stasi. Successivamente non mi sembra chiaro come mai si sia scelto di non analizzare alcune tracce che erano state repertate, pur avendo, in particolare alcune, una certa rilevanza.
