La terribile vicenda di cronaca che ha portato all'omicidio di Giulia Tramontano, 29 anni, incinta al settimo mese, e per il quale il principale sospettato è il compagno Alessandro Impagnatiello, 30 anni, sembra nascondere più di una incongruenza. Nell'ambito delle indagini, infatti, sarebbe spuntato anche un coinvolgimento della madre del ragazzo. Se inzialmente la donna, Sabrina Paulis, aveva impressionato per le dichiarazioni in lacrime nelle quali definiva il figlio "un mostro", è emerso in seguito che - come ha riportato il Corriere della sera - la sua figura potrebbe essere anche quella della complice del figlio per occultare il cadavere dopo averlo accompagnato a verificare la presenza o meno delle telecamere all’esterno del bar che distava poche centinaia di metri dal luogo in cui è stato poi ritrovato il corpo di Giulia. Una vicenda drammatica e sulla quale in tanti si stanno interrogando. Per cercare di fare un po' di chiarezza, ci siamo affidati alla crimionologa Flaminia Bolzan, che ci ha delineato meglio la personalità del maggiore indiziato del delitto, così come quella dell'altra ragazza che aveva una relazione con lui, oltre alla reazione della madre di Alessandro che, finora, le pare l'unico elemento che non torna in tutta questa storia: "C’è a mio avviso una distonia e una divergenza tra il contenuto delle frasi e il linguaggio del suo corpo..."
Flaminia Bolzan, che idea si è fatta del caso Tramontano-Impagnatiello?
Ho trovato brutale e agghiacciante quanto accaduto, non solo per le modalità dell’omicidio e per il fatto che la vittima stesse per dare alla luce un’altra vita, ma in particolare per i comportamenti successivi che ha tenuto il signor Impagnatiello, il quale ha profuso un grande impegno, in maniera lucida, seppur goffa e inefficace, per cercare di occultare il corpo della povera Giulia e quindi cercare di farla franca.
Da un punto di vista di profiling che cosa emerge della personalità di Impagnatiello?
Ciò che emerge dai dati a disposizione è una personalità manipolativa, orientata unicamente al raggiungimento dei propri scopi e della propria gratificazione, un soggetto immaturo e incapace di sostenere il peso delle proprie responsabilità. Nel momento in cui il suo “castello” è crollato, probabilmente non ha retto l’impatto con la realtà e ha scelto di “passare all’agito” eliminando di fatto uno dei termini del conflitto, ovvero Giulia, ma soprattutto il bambino. Rispetto a quest’ultima possiamo solo dire che è stata una vittima inconsapevole e che probabilmente mai avrebbe potuto immaginare quanto le sarebbe accaduto nel momento in cui, dopo l’incontro con l’altra ragazza, ha scelto di tornare a casa, presumibilmente, per chiarire con il compagno circa quanto aveva appreso
Mentre l'altra donna che aveva una relazione con Impagnatiello, come si configura?
Una ragazza giovane, ma lucida, attenta ai dettagli. Lo ha dimostrato riconoscendo la differenza dello stile comunicativo nella messaggistica di Giulia quando in realtà era Impagnatiello a utilizzare il cellulare e ancor più quando non lo ha fatto entrare in casa. Nei confronti della povera Giulia si è mostrata empatica. Credo che la sua figura sia positiva e rispetto alla possibilità che abbia creduto per diverso tempo alle bugie di Impagnatiello lo ritengo plausibile, lui si è dimostrato un abile manipolatore e lei nella fase iniziale era comunque probabilmente molto invaghita di lui.
La mamma di Impagnatiello ha detto che suo figlio è "un mostro", le è sembrata credibile?
Ad oggi non ci sono elementi concreti per dubitare della credibilità della donna, ma ciò che emerge da una prima analisi delle interviste da lei rilasciate è che non colgo nelle sue espressioni un pentimento “sincero” per gli agiti del figlio, sicuramente un giudizio di merito, come è ovvio che sia, ma comunque il suo “sentire” più profondo sembra differente. C’è a mio avviso una distonia e una divergenza tra il contenuto delle frasi e il linguaggio del suo corpo.
Adesso la madre sembra possa essere persino accusata di complicità con il figlio, almeno per l'occultamento del cadavere.
Non possiamo ragionare sui “se”. Nell’analisi di un rapporto madre-figlio è necessario assumere una serie di informazioni che sono dirimenti per esprimere considerazioni affidabili e dotate di senso e ciò sarà possibile qualora la stessa venga indagata. Questo avverrà solo laddove vi siano elementi che porteranno gli inquirenti a ritenere il suo ruolo differente da quello attuale. Ad esempio approfondendo la motivazione per cui ha accompagnato il figlio ad informarsi sulla presenza di telecamere.
Ma quale altro motivo, se non quello della complicità, può portare una madre a verificare se c’è o meno la presenza delle telecamere?
Quando si parla di complicità, si fa sul piano giuridico riferimento alla partecipazione a un'azione criminosa. In questo caso tale costrutto va ovviamente indagato, ma la motivazione che potrebbe spingere una mamma a questo tipo di condotta può anche essere solo ricercata nella necessità di proteggere e assecondare un figlio, laddove non possiamo presumere arbitrariamente che la stessa fosse stata da lui messa a conoscenza della motivazione reale relativa a tale richiesta.
Crede che Impagnatiello sia stato aiutato da qualcuno per compiere l'omicidio?
A oggi non ci sono elementi concreti sui quali basare questa ipotesi, ma gli inquirenti si stanno muovendo anche in questa direzione. Perciò è necessario attendere gli sviluppi dell’indagine. Nell’eventualità della partecipazione di qualcuno ritengo che questa avrebbe potuto esserci solo per ciò che riguarda l’occultamento del corpo e non certo nell’esecuzione materiale dell’omicidio.
Come mai il magistrato ha negato la premeditazione?
Perché sul piano giuridico, probabilmente, ad avviso del Giudice per le indagini preliminari sono necessari ulteriori elementi, che arriveranno a chiusura delle indagini, per individuare la sussistenza degli elementi che attengono il concetto di premeditazione, ovvero ideologico e cronologico. Non mi esprimo su questa scelta perché sarebbe scorretto intellettualmente dal momento che ritengo necessario, per fare una valutazione in questo senso, leggere il provvedimento per comprendere meglio il ragionamento a monte.
Pensa che l'eccesso di informazioni divulgate dai media, a volte anche non o scarsamente verificate, possa influire sulle indagini?
Al momento non credo siano stati divulgati dettagli dirimenti, che possano quindi risultare pregiudizievoli per la continuazione e il buon svolgimento dell’indagine. A ogni modo ritengo, in questo come in tanti altri casi, che l’eccesso di morbosità sia sempre fuorviante, ma fortunatamente i professionisti che sono a lavoro in queste circostanze hanno anche la competenza per poter gestire le difficoltà in questo senso.