“Niente Made in England, siamo inglesi”. Potrebbe essere il motto che sintetizza l’ultima beffa della Brexit, questa volta sulle automobili di servizio del governo britannico: anziché essere prodotte da marchi della madrepatria, saranno Audi. Cioè tedesche. Dopo trent’anni finisce il monopolio della Jaguar per i ministri del gabinetto, oggi guidato dal conservatore Rishi Sunak. Già nell’estate scorsa la Metropolitan Police aveva reso pubblica la notizia che il premier avrebbe abbandonato la Jaguard XJ per una Audi A8, il che aveva fatto fioccare le critiche.
Ora il quotidiano Indipendent rivela il perché: nessuna azienda automobilistica del Regno Unito rispetta i parametri di sicurezza per le blindate ministeriali. La Brexit ci ha messo lo zampino: l’insufficienza di manodopera qualificata è peggiorata con l’uscita di Londra dall’Unione Europea, causando buchi nella produzione. Morale: nessun produttore inglese, nemmeno Bentley, Rolls Royce e Aston Martin, si è presentato all’appalto. E così ha la gara è stata vinta dall’Audi, che assembla le vetture nel Baden-Württemberg.
Questo non significa, tuttavia, che sia conclusa per sempre l’era delle auto prodotte in Inghilterra per gli appartenenti all’amministrazione pubblica. Mentre per i funzionari di alto grado, come i membri del governo, nel rapporto con il costo la sicurezza ha un peso più che rilevante, per quelli di fascia medio-bassa fa aggio il prezzo, e quindi viaggeranno ancora su veicoli di fabbricazione nazionale. In ogni caso, un duro colpo d’immagine per la compagine “patriottica” dei Conservatori a Downing Street. Ma, parafrasando Humphrey Bogart, è la Brexit, bellezza.