È morta la Regina, viva il Re. Nessuno a Londra e nemmeno nei giornali più vicini alla famiglia reale ha usato questa espressione storica, nel segno della continuità della monarchia, non certo perché i repubblicani siano più numerosi nel Regno Unito e non solo per la delicatezza di non voler usare un’espressione di felicitazioni in un momento di lutto, ora giudicato più forte come emozione rispetto alla volontà di continuare il potere prestabilito.
No, il fatto è che Carlo ancora una volta viene eclissato in un cono d’ombra: prima la popolarità di Elisabetta, poi quella di Diana, la storia con Camilla che gli ha tolto anche il ruolo di vedovo cui nessuno (tabloid compresi) ha rivolto una parola di cordoglio, infine la presenza di un figlio, William, che molti avrebbero voluto avere come successore della nonna. E poi l’ultima colpa non aver saputo gestire un figlio come Harry, che ha preferito essere gestito da una moglie arraffona che nel suo primo anno di nozze ha speso una fortuna in abiti francesi (pare non glieli abbiano regalati, il protocollo non lo prevede) piuttosto he seguire la strada del buon senso con un silenzio d’obbligo dopo la sua decisione di andare a vivere in California.
Ora dovrebbe uscire il suo libro, mentre lui s’è messo in volo da solo per l’Inghilterra. Meghan per ora è rimasta a Montecito, per alcuni una saggia decisione viste le sue dichiarazioni sulla famiglia reale e le accuse (più che velate) verso Camilla che ora è regina a tutti gli effetti, un posto che doveva essere di Lady D. Nessuno forse ha gridato viva il Re, ma è probabile che nessuno dirà (Harry in testa) viva la Regina.