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Per l’assessore di Milano Maran i casi come quello dei TheBorderline si risolvono con il limite a 30 km/h. Ma fa sul serio?

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

19 giugno 2023

Per l’assessore di Milano Maran i casi come quello dei TheBorderline si risolvono con il limite a 30 km/h. Ma fa sul serio?
La tragedia del piccolo Manuel ha sconvolto l’Italia, ma qualche politico non perde l’occasione di abbassare il livello della discussione. È il caso dell’assessore di Milano Pierfrancesco Maran che propone una soluzione regressiva e… reazionaria: “Queste cose a 30 all’ora non succedono”. Ma dice davvero? Purtroppo sì…

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Ecco la soluzione di alcuni politici ai casi di incidente come quello che ha coinvolto gli Youtuber del gruppo TheBorderline e il piccolo Manuel Proietti: il limite di velocità. È la proposta di Pierfrancesco Maran, l’assessore di Milano che scrive sul suo Twitter: “L'incidente di Roma in cui ha perso la vita un bimbo di 5 anni, non ci parla né di social, né di giovani scapestrati, perché l'esito è lo stesso di tante altre morti che non fanno notizia. In città tutti devono andare piano, queste cose a 30 all'ora non succedono”. Questo, ovviamente, per fare il paio con le affermazioni del compagno Ettore Rosato, che voleva vietare ai neopatentati di circolare con più di un altro passeggero dopo la mezzanotte. La soluzione della politica? Vietare. In attesa di proibire completamente le auto, è chiaro: se porre il limite a 30 km/h permetterà di ridurre gli incidenti, vietare di circolare in auto li porterà facilmente a zero. C’è solo un piccolo gap nella comprensione del fenomeno. Chi ha ucciso Manuel Proietti, e chi spesso fa incidenti a velocità molto alte, lo fa tendenzialmente violando il limite di velocità. Lo viola quando è 50 km/h, lo violerà nel caso in cui lo metterai a 30.

Il posto di Pierfrancesco Maran
Il posto di Pierfrancesco Maran

Le buone intenzioni ci sono, manca tutto il resto. Certo, queste idee suggeriscono certe inclinazioni scarsamente liberali, che si alimentano a suon di fatti di cronaca più o meno male interpretati come questo. Perché l’idea del limite a 30 km/h c’era già prima della tragedia di Casal Palocco. Bologna, per esempio, sarà la prima grande città a luglio a porre un limite così stringente. Qualche altro paese sta provando la velocità da crociera nelle città, ma Bologna sarà la “metropoli” pilota di questa ennesima follia a metà tra green e white, il colore che immaginiamo per una tabula rasa totale, quella dei progetti politici dei nostri cari amministratori. A Bologna, per esempio, il limite è “una cagata pazzesca”. Molte zone sono poco trafficate, molte altre hanno limiti che già non vengono rispettati, si sta provando nei weekend qualche zona a traffico limitato in più, salvo poi vedere le auto fare lo slalom tra i grandi vasi e barriere varie, fregandosene del giorno del Signore. Il problema è il limite? 50 km/h è diventata una velocità eccessiva? Ricordate le auto di Io, robot? Velocissime, con il pilota automatico, in strade adatte a quel tipo di veicoli (larghe, soprattutto; ben tenute). A fronte di nuove auto, più veloci, più potenti, più grandi, dovremmo ragionare eventualmente sulla possibilità di creare infrastrutture e stimoli per restare al passo con i tempi. O meglio, per far sì che le amministrazioni locali siano al passo con i tempi, cioè al passo con i privati. Invece optiamo per la strategia del gambero, tornando indietro, ipotizzando limiti di velocità che non avevamo posto venti anni fa con auto, strade e un’esperienza automobilistica inferiori a oggi. Diventando un freno, tra l’altor poco efficace, che a nulla serve.

Matteo Di Pietro dei TheBorderline
Matteo Di Pietro dei TheBorderline

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